In molti si chiedono perché le rotte degli aerei siano curve e non rette e a tale quesito c’è una spiegazione: ecco qual è.
Osservando una mappa dei voli, si può notare che le traiettorie degli aerei sono curve, anziché lineari. Tale fenomeno non è frutto del caso, bensì funge da risultato di scelte legate a vari fattori geografici, fisici e operativi. La pianificazione delle rotte aeree – d’altronde – è un processo complesso che tiene conto di tante variabili al fine di garantire viaggi sicuri per il personale e per i passeggeri.
Aerei, perché le rotte sono curve e non dritte
Uno dei motivi principali per cui le rotte aeree sono, nei fatti, curve su una mappa è la forma sferica della Terra.
La rappresentazione cartografica più comune, basata sulla proiezione di Mercatore, altera la percezione delle distanze, facendo sembrare, a chi osserva, che il percorso più diretto tra due punti sia una linea retta.
Tuttavia, la traiettoria più breve su una sfera segue il principio del grande cerchio, ossia un arco che riduce al minimo la distanza effettiva tra due località. Ad esempio, un volo tra Londra e Los Angeles potrebbe sembrare più lungo, passando per il Nord Atlantico, ma – in realtà – è la rotta più efficiente e conveniente in termini di chilometraggio.
Fattori meteorologici e restrizioni dello spazio aereo
Oltre alla geometria terrestre, ad influenzare, in modo importante, le rotte aeree, sono anche le condizioni meteorologiche e le normative aeronautiche.
I venti dominanti, come la corrente a getto, possono essere sfruttati per ridurre il consumo di carburante e ottimizzare i tempi di volo.
Gli aeromobili evitano, inoltre, aree soggette a turbolenze, tempeste o fenomeni atmosferici avversi che potrebbero compromettere la sicurezza del viaggio.
Al contempo, poi, lo spazio aereo è regolamentato da normative internazionali che impongono deviazioni obbligatorie in determinati territori, soprattutto in quelli che sono definiti zone militari e in aree con elevata densità di traffico.
