Federico Dimarco parla del suo momento difficile, tra autocritica e voglia di riscatto. Il difensore dell’Inter si apre in un’intervista.
Nel calcio di oggi, dove l’immagine spesso conta più del contenuto, restare fedeli a sé stessi è una rarità. Federico Dimarco, cresciuto nel settore giovanile dell’Inter, è diventato un simbolo nerazzurro non solo per il rendimento, ma per l’autenticità del suo percorso. In una lunga intervista concessa a Rivista Undici, il difensore ha raccontato aspetti inediti della sua carriera e della sua vita personale.

Un percorso di crescita fatto di scelte coraggiose
“Io non so se sono una ‘bandiera moderna’ e nemmeno me lo domando, mi limito a dare tutto quello che ho per questa maglia, perché so che va trattata in modo speciale.”
La sua è stata una strada fatta di scelte controcorrente.
“Le mie esperienze sono state il frutto di scelte personali che spesso andavano contro i consigli di chi mi stava accanto. Ho sempre voluto essere responsabile del mio destino, a costo di rischiare di prendere decisioni sbagliate.”
Un approccio che ha trasformato la gavetta in uno strumento di crescita e consapevolezza.
Il dolore nascosto e la voglia di riscatto
Tuttavia, la carriera di Dimarco non è stata immune da momenti difficili. Il periodo più buio lo ha colpito sia dal punto di vista sportivo che personale.
“È stato un momento durissimo, sportivo e personale. L’infortunio al metatarso e la perdita del bambino erano stati due colpi tremendi, ma ho cercato di guardarmi dentro e grazie a mia moglie ho trovato delle motivazioni che erano sommerse sotto quello che ci era capitato.”
Il dolore lo ha temprato, e quella sofferenza ha alimentato la spinta alla rivincita. Dopo lo scudetto perso, la reazione è stata costruita sul ricordo e sulla forza del gruppo.
“Prima del derby in cui abbiamo vinto lo scudetto, l’anno scorso, ho fatto vedere alla squadra il video di quel preciso momento. Volevo ricordare a tutti da dove eravamo partiti, cosa avevamo lasciato per strada, e cosa dovevamo a noi stessi e alla nostra gente.”
Oggi, nonostante qualche difficoltà, Dimarco resta lucido.
“Lo dico sinceramente, non sto attraversando il mio miglior periodo, e quando sei abituato a stare a livelli alti te ne rendi subito conto.”
Eppure, è proprio lì che nasce il suo spirito combattivo.
“Sono molto autocritico. Anche quando vinciamo, e sono contento per la squadra, se la mia prestazione non è stata buona dentro di me sono inca**ato, sento un fuoco.”
Un fuoco dentro che racconta chi è davvero Federico Dimarco: un giocatore che vive il calcio con il cuore, prima ancora che con i piedi.