Dopo Juventus-Lecce, Tudor critica duramente i subentrati. Prestazioni deludenti e un chiaro segnale per il futuro.
La Juventus ha conquistato tre punti fondamentali nella corsa alla qualificazione in Champions League, superando il Lecce per 2-1 in casa. Un risultato positivo che, però, non ha pienamente soddisfatto il nuovo tecnico bianconero, Igor Tudor. L’allenatore croato, subentrato da poche settimane, sta cercando di imprimere il suo stile aggressivo e verticale alla squadra. E proprio per questo, non ha esitato a manifestare il suo disappunto, soprattutto per quanto riguarda l’atteggiamento dei giocatori entrati a gara in corso.

Una vittoria dal sapore agrodolce
Il calcio moderno, con i suoi cinque cambi a disposizione, ha cambiato il modo di gestire una partita. E Tudor lo sa bene: “Oggi, i cambi non mi sono piaciuti”, ha dichiarato nel post partita. Un’affermazione che nasconde molto di più di un semplice sfogo. Il tecnico chiede una mentalità nuova, più intensa, più decisa. E i sostituti, contro il Lecce, non hanno risposto come sperato.
I nomi sul banco degli imputati
I numeri parlano chiaro. I subentrati Timothy Weah, Andrea Cambiaso, Randal Kolo Muani e Francisco Conceicao non hanno dato un apporto positivo. Insieme, hanno vinto solo tre duelli su tredici, completato un solo dribbling e perso quindici palloni. Statistiche che, per un allenatore esigente come Tudor, sono inaccettabili. Il croato ha ribadito che ogni minuto in campo deve essere giocato come fosse l’ultimo. E che le scuse non bastano più.
Queste prestazioni poco convincenti hanno un peso che va oltre i novanta minuti. Perché Tudor ha lanciato un segnale chiaro anche in ottica mercato. Cambiaso è seguito dal Manchester City, pronto a investire cifre importanti. Weah potrebbe restare, ma deve dimostrare di essere all’altezza del progetto. Diverso il discorso per Kolo Muani e Conceicao, entrambi in prestito: il loro futuro dipenderà da ciò che mostreranno nelle prossime settimane.
Le parole di Tudor rappresentano molto più di una critica estemporanea: sono un avvertimento, un monito e un messaggio diretto alla squadra e alla dirigenza. La Juventus è in evoluzione, e chi non dimostrerà di meritarsi un posto, rischia di restare indietro.