Sabato a Roma si terrà il secondo round dei colloqui sul nucleare tra USA e Iran. Parteciperanno al vertice figure chiave.
Negli ultimi mesi, il tema del nucleare iraniano è tornato centrale nei rapporti internazionali, soprattutto con il ritorno di Trump come presidente degli Stati Uniti d’America (USA). Dopo anni di stallo, piccoli segnali di apertura stanno emergendo, anche se tutto si muove sotto traccia. Le discussioni tra Washington e Teheran, infatti, non avvengono direttamente, ma attraverso colloqui indiretti, spesso organizzati in luoghi terzi e neutrali.
Un contesto delicato e silenzioso
Roma, in questo momento, è diventata il centro di un delicato passaggio diplomatico. Dopo il primo incontro tenutosi il 12 aprile in Oman, “sabato prossimo nella capitale ci saranno l’inviato di Donald Trump, Steve Witkoff, il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi e il ministro degli Esteri omanita, Badr Albusaidi, cui spetta la mediazione nei colloqui indiretti tra Washington e Teheran”, secondo quanto riportato da fonti vicine al dossier.
I protagonisti della trattativa
L’Italia ha offerto il suo supporto istituzionale in questo processo riservato. “Abbiamo ricevuto la richiesta delle parti interessate e dell’Oman che svolge il ruolo di mediatore e abbiamo dato una risposta positiva”, ha dichiarato il ministro degli Esteri Antonio Tajani, confermando l’indiscrezione lanciata dal sito Axios.
Tuttavia, non sono mancati colpi di scena. Inizialmente sembrava che il secondo incontro potesse saltare: “A far ‘saltare’ la tappa romana sarebbe stata la presenza negli stessi giorni del vicepresidente americano JD Vance”, aveva detto un portavoce del ministero degli Esteri iraniano. Eppure, secondo le ultime informazioni arrivate da Teheran, la decisione è cambiata nuovamente.
È quanto apprende l’Adnkronos da fonti a conoscenza del dossier: sabato 19 aprile si terrà a Roma il secondo round dei colloqui sul nucleare iraniano, con incontri separati previsti tra Tajani, Witkoff, Araghchi e Albusaidi. Prevista anche una telefonata tra Tajani e Rafael Grossi, direttore generale dell’AIEA.
