I negoziati tra Hamas e Israele sul rilascio degli ostaggi, ma la grave crisi finanziaria del gruppo palestinese potrebbe complicare tutto.
La situazione nella Striscia di Gaza resta estremamente delicata mentre continuano i tentativi diplomatici di raggiungere un’intesa tra Israele e Hamas. Da diverse settimane le trattative proseguono lentamente, tra segnali contrastanti e dichiarazioni che evidenziano profonde divergenze. Nonostante ciò, i contatti rimangono aperti e si registra una cauta volontà di proseguire il dialogo.
Secondo recenti dichiarazioni riportate da al Jazeera, Mahmoud al-Mardawi, alto funzionario dell’ufficio politico di Hamas, avrebbe sottolineato la posizione del movimento riguardo alla gestione delle proprie risorse militari. Al-Mardawi ha dichiarato esplicitamente che “la questione delle armi non è negoziabile”, chiarendo che il gruppo potrebbe considerare un accordo soltanto se Israele interromperà completamente le ostilità militari e si ritirerà da Gaza. Tuttavia, appare evidente che il nodo delle armi rappresenti un ostacolo insormontabile in qualsiasi futura trattativa.

Le conseguenze degli attacchi israeliani
Parallelamente, Gaza continua a subire le pesanti conseguenze della guerra in corso. La Protezione Civile locale ha comunicato che negli ultimi raid israeliani sono morte 21 persone, molte delle quali donne e bambini. In particolare, un attacco nella zona di Al-Mawasi avrebbe colpito direttamente un campo provvisorio di tende dove si erano rifugiati numerosi sfollati. Questi episodi aggravano ulteriormente il quadro umanitario, complicando ulteriormente le trattative diplomatiche in corso.
Crisi finanziaria e nuove difficoltà per Hamas
La novità più significativa degli ultimi giorni riguarda però una grave crisi finanziaria che, secondo il Wall Street Journal, avrebbe colpito direttamente Hamas. L’organizzazione palestinese starebbe affrontando una drastica riduzione di liquidità dovuta agli attacchi israeliani mirati contro il suo braccio finanziario e al blocco imposto sulla Striscia. Come risultato diretto, Hamas non sarebbe più in grado di pagare interamente i suoi miliziani, né i dipendenti pubblici, provocando un clima di tensione interno che potrebbe condizionare pesantemente le decisioni future del gruppo.
È in questo contesto complesso che si inserisce la notizia più importante: Hamas starebbe ancora valutando l’ultima proposta di Israele per il rilascio degli ostaggi trattenuti a Gaza, con il futuro delle trattative fortemente condizionato dalla crisi economica che potrebbe influenzare significativamente l’esito finale dei negoziati.