Svolta giudiziaria per il generale Vannacci: il Gip di Roma ha preso una decisione sull’accusa di falso ideologico.
Dopo l’ingresso ufficiale nella Lega, per il generale Roberto Vannacci arriva un’altra notizia importante sul fronte giudiziario. La vicenda, legata al periodo in cui ricopriva il ruolo di Addetto per la Difesa presso l’Ambasciata d’Italia a Mosca, ha visto il giudice pronunciarsi l’accusa di falso ideologico, con particolare riferimento alla presenza della coniuge nella sede diplomatica. Ecco cosa ha deciso il Gip di Roma.

La decisione del gip di Roma per il falso ideologico
Accogliendo la richiesta del pubblico ministero, come riportato da Adnkronos e Tgcom24, il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Roma ha disposto l’archiviazione del procedimento a carico del generale Roberto Vannacci. L’indagine verteva sull’ipotesi di falso ideologico commesso dal privato in atto pubblico, riguardante alcune dichiarazioni sottoscritte dal generale durante la sua permanenza a Mosca in qualità di Addetto per la Difesa presso l’ambasciata italiana.
Al centro delle verifiche, la presunta falsa attestazione della presenza della moglie nella sede diplomatica, connessa alla corresponsione dell’indennità di servizio all’estero. Per quest’ultimo aspetto, già il 17 ottobre, il gip militare aveva archiviato l’inchiesta, su richiesta della procura militare. La recente decisione del giudice romano conferma la conclusione dell’inchiesta anche per quanto riguardo l’aspetto legato al falso ideologico.
Le dichiarazioni dei legali di Vannacci
La notizia dell’archiviazione è stata accolta con soddisfazione dai legali del generale Roberto Vannacci. “Accogliamo con soddisfazione il provvedimento di archiviazione, che pone fine a un’indagine dalla quale è emersa con chiarezza l’assenza di dolo e l’irrilevanza penale delle dichiarazioni oggetto di contestazione“. ha dichiarato uno dei legali.
I legali hanno sottolineato come il loro assistito abbia agito in buona fede, senza intenzione di trarre benefici indebiti o alterare i fatti. “Il generale Vannacci ha sempre agito in buona fede e senza alcuna volontà di alterare la verità o di ottenere indebiti benefici. Anche nell’ambito del procedimento penale, ha dato tutta la collaborazione necessaria per accertare i fatti, fornendo tutti i documenti utili e sottoponendosi all’interrogatorio richiesto dal pubblico ministero cui va il plauso per il rigore giuridico con cui ha evitato l’apertura di un processo inutile perché infondato“, ha concluso.