Una delegazione israeliana è giunta al Cairo per negoziare una tregua con Hamas, mentre continuano gli attacchi nella Striscia di Gaza.
La Striscia di Gaza continua a essere teatro di intensi scontri tra le forze israeliane e Hamas. Negli ultimi giorni, gli attacchi dell’IDF hanno colpito varie aree nel sud e nel centro della Striscia, in particolare Khan Younis e Gaza City, provocando almeno 14 morti. “Sale intanto a 18 il bilancio degli attacchi delle forze di difesa israeliane (Idf) nel sud e nel centro della Striscia”, ha riferito Al-Jazeera.
Un conflitto senza tregua: la situazione attuale a Gaza
A peggiorare ulteriormente la crisi, si aggiunge il blocco totale degli aiuti umanitari. “Oggi sono trascorsi 50 giorni da quando le autorità israeliane hanno bloccato completamente l’ingresso di rifornimenti di qualsiasi tipo nella Striscia di Gaza”, ha dichiarato Stéphane Dujarric, portavoce del Segretario generale dell’ONU. “Dall’inizio di marzo, nessun camion che trasportasse cibo, carburante, medicine o altri beni essenziali… è stato autorizzato a entrare.”
Tentativi di mediazione: la delegazione israeliana al Cairo
Nel mezzo di questa situazione, si registra un nuovo tentativo diplomatico. “Una delegazione israeliana è arrivata al Cairo domenica sera per tenere colloqui con i mediatori e cercare una svolta nei negoziati con Hamas per un cessate il fuoco e il rilascio di ostaggi da Gaza”, ha riportato il quotidiano qatariota Al-Araby Al-Jadeed, secondo quanto riferisce The Times of Israel.
I colloqui, secondo le fonti, avrebbero incluso “un accordo per un cessate il fuoco tra i cinque e i sette anni, la fine formale della guerra, il ritiro completo dell’Idf da Gaza e il rilascio di ostaggi in cambio di prigionieri palestinesi”, proposto dai mediatori del Qatar e dell’Egitto.
Nonostante questi sforzi, la tensione resta alta e la pace sembra ancora lontana. Hamas, pur avendo respinto l’ultima proposta israeliana, ha dichiarato di essere disposto a negoziare “un accordo più ampio che includa la fine della guerra”. La speranza, per ora, resta affidata ai tavoli del Cairo.
