La festa dei lavoratori e il commento pungente di Vittorio Feltri per Il Giornale. Ecco cosa pensa il giornalista sul primo maggio.
Non solo le polemiche di queste ore di Maurizio Landini contro la Premier Meloni per il primo maggio. A commentare la festa dei lavoratori e dare il suo pesante giudizio è stato Vittorio Feltri tramite il consueto editoriale del giorno su Il Giornale. Come sempre, il giornalista è stato diretto e senza peli sulla lingua evidenziando come, secondo lui, non ci sia proprio niente da festeggiare.

Feltri e il primo maggio: il commento
Diretto e spesso polemico, anche in occasione del primo maggio e della festa dei lavoratori, Vittorio Feltri non è stato da meno rispetto alla sua nomea. In questo senso, per Il Giornale, il giornalista ha commentato tale giornata concentrandosi sul senso di questa data in relazione alla situazione dell’attualità italiana.
“Primo maggio, festa dei lavoratori. E che con enfasi fanno questa festa”, ha esordito Feltri. “Come se lavorare fosse una festa vera. Ma non è vero! Quando è la festa del lavoro bisognerebbe lavorare, se no che festa è. Invece, festa del lavoro, cortei… Ogni due minuti, qui c’è una festa. Che poi arriverà anche il 2 giugno. Tranquilli, non ci facciamo mancare una festa neanche a morire”, ha detto con sarcasmo.
“Niente da festeggiare”: cosa bisogna fare
Il commento di Feltri è poi andato avanti sganciando delle vere bombe sul primo maggio e il senso della festività: “Ma a cosa serve una festa del lavoro? A niente. Perché gli stipendi sono comunque bassi rispetto alle esigenze delle famiglie. C’è poco da fare. Poi, i posti di lavoro sono carenti rispetto alle esigenze. E noi festeggiamo. Ma cosa c’è da festeggiare? Non c’è niente da festeggiare. Dobbiamo andare a lavorare. Così lavorando andiamo a prendere lo stipendio di un giorno che ci può aiutare a mandare avanti la baracca”, ha concluso il giornalista nel suo editoriale video per Il Giornale.