L’eredità di Papa Francesco lascia una Chiesa “in rosso”: debiti, mancanza di liquidità, patrimonio svenduto e riforme incompiute.
In un articolo a firma di Luigi Bisignani a Il Tempo, si parla della vera eredità lasciata da Papa Francesco. Se da una parte c’è chi come Paolo Crepet denuncia il comportamento di alcune suore e cardinali, dall’altro lato l’ex giornalista mette in luce un lato oscuro: una Chiesa sempre più vicina al default, schiacciata da debiti, mancanza di liquidità e una gestione economica disordinata.

L’eredità lasciata da Papa Francesco: il commento di Luigi Bisignani
Il bilancio consolidato della Santa Sede per il 2023 si è chiuso con un disavanzo di circa 30 milioni di euro su un totale di 3,5 miliardi, includendo anche lo Stato della Città del Vaticano e gli enti collegati. Le entrate, poco oltre il miliardo, sono state consumate da spese correnti, aiuti alle diocesi povere e costi del personale. Tra le voci più critiche spicca la sanità.
L’Istituto Dermopatico dell’Immacolata è stato “spolpato”, con il patrimonio immobiliare ceduto a un fondo privato. Il Bambino Gesù, che vantava riserve liquide superiori ai 400 milioni di euro sotto la gestione Profiti, ha visto queste riserve ridursi drasticamente durante la guida Enoc, tra investimenti fallimentari e commissioni milionarie.
Il Policlinico Gemelli è in crisi: con oltre un miliardo di euro di debiti, il “polmone sanitario” della CEI è oggi bloccato, mentre il “Piano Salva Gemelli” si limita a tamponare l’emorragia.
Patrimonio immobiliare dismesso ed opere d’arte dimenticate
Anche la gestione patrimoniale ha subito un crollo dopo la morte del cardinale George Pell. Sotto la guida del cardinale Farrell e del laico spagnolo Maximino Caballero Ledo, l’Apsa è stata svuotata e gran parte della gestione esternalizzata, con risultati disastrosi.
Edifici vuoti, palazzi svenduti, religiosi che pagano affitti di mercato e cardinali sfrattati sono diventati la norma. L’Annona Vaticana è passata sotto il controllo della catena privata Esselunga. Emblematico il caso dell’immobile di Sloane Street a Londra: il Vaticano ha perso tra i 13 e i 14 milioni di euro, è stato condannato a coprire le spese legali e a versare oltre 4 milioni al finanziere Mincione, che potrebbe chiedere un risarcimento.
Il tema delle dismissioni è sempre più attuale. La Santa Sede possiede oltre 5.000 immobili, esclusi quelli delle diocesi, molti dei quali inutilizzati. Conventi dismessi, seminari chiusi, opere d’arte di valore abbandonate nei sotterranei sollevano interrogativi etici. Alcuni cardinali del Sud del mondo pongono una domanda concreta: ha senso custodire opere invisibili mentre si chiudono ospedali?
Il pontificato di Papa Francesco ha rotto equilibri opachi e promosso sobrietà, ma la riforma economica si è fermata a metà. L’Obolo di San Pietro è crollato del 51% nel 2023, e l’8 per mille è sceso sotto il miliardo. “Non si discute più di dogmi, ma di debiti“, scrive Bisignani. La Chiesa è davanti a una scelta urgente: riformare o rischiare di non potersi più permettere la carità.