Parolin, da chierichetto alla croce con i fiammiferi: il retroscena
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Pietro Parolin, da chierichetto alla croce con i fiammiferi: il retroscena

il Cardinale Pietro Parolin

Da bambino costruiva croci con i fiammiferi: svelato un retroscena sulla vita del cardinale Pietro Parolin, uno dei papabili.

Il più favorito tra i papabili, Pietro Parolin, segretario di Stato della Santa Sede, continua a essere per il suo paese d’origine semplicemente “don Piero“. Nelle scorse ore, sicuramente non è passato inosservato il gesto di Giovanni Battista Re. Ma a raccontare i suoi primi anni, come riportato da Fanpage, ci pensano Maria e il figlio Maurizio Bertinazzo.

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L’infanzia di Pietro Parolin e il legame con la famiglia Bertinazzo

Nel 1963, per alcuni mesi, le famiglie Parolin e Bertinazzo vissero sotto lo stesso tetto, in un appartamento in via Roma, nel centro di Schiavon. “C’eravamo io con i miei genitori e Pietro Parolin insieme alla mamma, al papà e alla sorellina,” ricorda Maurizio, allora bambino.

L’abitazione era situata sopra la ferramenta che per anni era stata gestita dal padre di Pietro Parolin, e che poi passò alla famiglia Bertinazzo. Tre camere, un bagno e una cucina dove si mangiava tutti insieme furono lo scenario quotidiano della convivenza.

Maria, madre di Maurizio, ricorda: “Abbiamo vissuto insieme sette mesi, finché loro hanno costruito un’altra casa e poco dopo noi la nostra“. Di quel periodo conserva il ricordo di un bambino educato e riservato: “Non gli ho mai sentito dire una parola fuori posto, era davvero tranquillo ed educato, non mancava mai di salutare per primo quando ci vedevamo al mattino“.

L’altare con una cassetta e la croce con due fiammiferi

Già da bambino, aggiunge Fanpage, Pietro Parolin mostrava segnali evidenti della sua vocazione religiosa. Maria racconta: “Faceva il cherichetto e andava a messa quasi tutte le mattine, frequentava tanto la chiesa“. Ma anche nei giochi si manifestava la sua inclinazione spirituale: “Giocava anche a fare il parroco, faceva tutto lui. Si costruiva l’altarino con una cassetta e ci faceva la croce con due fiammiferi, lui si divertiva così“.

Anche dopo essere partito per il seminario, Parolin non ha mai reciso il legame con Schiavon. “Passava sempre in negozio“, ricorda Maria. “Se ci vedeva dalla vetrina del negozio bussava sul vetro per salutarci, è una persona gentilissima“. E neppure la carica di Segretario di Stato della Santa Sede, ricevuta nel 2013, ha modificato la sua semplicità: “Gli ho chiesto come dovevo chiamarlo, visto il suo grado, e lui mi ha risposto ‘Io sono sempre don Piero’“.

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ultimo aggiornamento: 7 Maggio 2025 18:12

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