Strage di Erba, la Cassazione chiude la revisione per Rosa Bazzi e Olindo Romano: le motivazioni dietro la sentenza.
La Corte di Cassazione ha messo fine all’ennesimo tentativo di riaprire il processo sulla strage di Erba del 2006. Il 25 marzo, i giudici hanno respinto la richiesta di revisione avanzata dai difensori di Olindo Romano e Rosa Bazzi, i coniugi condannati all’ergastolo per l’eccidio.
Le motivazioni della decisione, come riportato dall’Ansa, parlano di un impianto dell’accusa costituito da “prove solide e minuziosi riscontri“. Nei scorsi mesi si è parlato molto del caso, anche della nuova vita di Azouz Marzouk.

Strage di Erba, nessuna riapertura nonostante le contestazioni
Uno dei punti centrali sollevati dalla difesa, come riportato da Rsi, riguardava l’attendibilità della testimonianza di Mario Frigerio. L’uomo è il marito della vittima Valeria Cherubini che è sopravvissuto all’attacco, deceduto in seguito. Su questo elemento si basava parte del documento di oltre cento pagine presentato dai difensori, ma anche tale aspetto non è stato ritenuto sufficiente a giustificare un nuovo processo.
La strage avvenuta a Erba quasi vent’anni fa vide la morte di Raffaella Castagna. Insieme al figlio Youssef Marzouk, della madre Paola Galli e della vicina di casa.
Le motivazioni della Cassazione
Nel motivare la decisione, come riportato dall’Ansa, i giudici della Suprema Corte hanno sottolineato come “la base di raffronto” rispetto alle nuove prove presentate “è costituita da un tessuto logico-giuridico di notevole solidità non solo per la forza espressa da ognuna delle principali prove acquisite in ragione della loro autonoma consistenza ma anche per la presenza di innumerevoli e minuziosissimi elementi di riscontro“.
Questa affermazione esprime chiaramente come il materiale probatorio raccolto nel corso degli anni sia stato ritenuto ancora pienamente valido e sufficiente a giustificare la condanna. Sembra quindi che la vicenda sia, per ora, chiusa.