Formazione fuori orario? La Cassazione impone il pagamento
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Direttore: Alessandro Plateroti

Ore di formazione fuori orario, sentenza della Cassazione: esultano i lavoratori

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La Cassazione stabilisce il pagamento delle ore extra effettuate dai lavoratori per le ore di formazione: cosa c’è da sapere.

La Corte di Cassazione ha stabilito che la formazione obbligatoria dei lavoratori va pagata a parte, nel momento in cui la stessa è attuata al di fuori dell’orario di lavoro. Una decisione molto importante che riguarda, da vicino, i datori di lavoro. Scopriamo, dunque, insieme cosa cambia.

Le ore di formazione oltre l’orario di lavoro vanno pagate: la decisione della Cassazione

Secondo quanto stabilito dal decreto legislativo 81/2008, ossia il Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro, la formazione in materia di salute e sicurezza deve svolgersi durante l’orario lavorativo e senza costi a carico del dipendente.

Pertanto, secondo le disposizioni, il tempo utilizzato per acquisire competenze obbligatorie è parte integrante della prestazione lavorativa e – come tale – deve essere retribuito.

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Anche il Decreto Trasparenza (D.lgs. 104/2022) ribadisce tale principio, ampliando il concetto di formazione obbligatoria a tutti i percorsi formativi richiesti dalla legge e/o dai contratti collettivi.

Possono verificarsi, però, delle situazioni in cui la formazione è fissata in orari serali o durante il fine settimana, per motivi organizzativi o anche per non interrompere il servizio al pubblico.

I diritti dei lavoratori e le responsabilità dei datori

La Cassazione ha stabilito che anche le ore di formazione svolte al di fuori dell’orario consueto rientrano – a pieno titolo – nell’orario di lavoro e devono essere regolarmente retribuite. Se si supera il monte ore settimanale previsto dal contratto, tali attività devono essere, dunque, pagate come lavoro straordinario.

La sentenza della Cassazione n. 15697/2025 afferma, inoltre, che il mancato rispetto degli obblighi formativi può comportare gravi responsabilità per l’azienda.

Se un infortunio è riconducibile, infatti, alla mancanza di adeguata formazione, il datore di lavoro ne può rispondere, sia penalmente che civilmente. Il lavoratore può rifiutarsi di partecipare ai corsi non obbligatori svolti fuori l’orario di lavoro abituale anche se deve prendere parte a quelli previsti dalla legge.

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ultimo aggiornamento: 22 Maggio 2025 8:59

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