Importanti rivelazioni dell’ex maresciallo di Garlasco che indagava sul delitto di Chiara Poggi. Ecco tutta la verità su chi era finito nel suo mirino.
Non solo le intercettazioni sul padre delle gemelle Cappa ai danni di Vittorio Feltri per il sostegno ad Alberto Stasi. Il nome delle cugine di Chiara Poggi è venuto a galla anche dalle recenti dichiarazioni dell’ex maresciallo che ha indagato per il delitto di Garlasco, il signor Francesco Franco Marchetto, colui che comandava in caserma nell’agosto del 2007 quando fu uccisa, appunto la giovane vittima. A ‘La Vita in Diretta’ e a Repubblica, l’uomo ha rilasciato alcune importanti parole.

Delitto di Garlasco: la figura dell’ex maresciallo Marchetto
“Finalmente stanno facendo quello che ho sempre sostenuto dal 2007”, ha fatto sapere l’ex maresciallo Marchetto a ‘La Vita In Diretta’ relativamente alle indagini attualmente in corso per il delitto di Garlasco. L’uomo era al comando della caserma di Garlasco quando venne uccisa Chiara Poggi ma poco dopo dovette lasciare l’incarico a seguito di alcune denunce e successive condanne ricevute.
Ricordando il giorno del delitto della Poggi, l’ex maresciallo ha aggiunto: “La prima cosa che mi ha colpito è stato il gran casino”, le sue parole in merito alla villetta dove fu trovata la ragazza. “C’erano troppe persone all’interno di quella casa”.
Le sue indagini fermate
Marchetto ha quindi spiegato su chi stesse indagando: “Io volevo fare le indagini a 360 gradi. Quando ho alzato il dito per dire di guardare anche da un’altra parte (oltre a Stasi ndr) sono stato esautorato. A un certo punto dell’indagine, se avessimo messo su una bilancia Stasi o altre persone, l’ago sarebbe andato verso queste ultime, che non sono state attenzionate”, ha detto l’ex maresciallo.
Per capire su chi stesse indagando l’ex maresciallo basta andare a leggere una sua intervista attuale rilasciata a Repubblica dove già dal titolo è possibile fare chiarezza: “Feci indagini sulle Cappa, ma mi fermarono“, sono i virgolettati ripresi da Repubblica.
“C’era il testimone che smentiva i movimenti della loro madre, quella mattina. E Muschitta che descrisse Stefania in bici con troppi dettagli per mentire. Bisognava entrare in casa loro, bisognava indagare a 360 gradi […]”, ha aggiunto.