Scuola e ragazze: perchè scegliere le STEM?
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Direttore: Alessandro Plateroti

Scuola e ragazze: perchè scegliere le STEM?

Ragazza con occhiali

L’emancipazione passa anche dall’educazione dalla scelta dei percorsi scolastici. Oggi più che mai. 

Per questo, a partire dal PNNR, si sono accesi i riflettori sulle STEM e sull’importanza che anche le ragazze studino queste materie all’università. Già la legge di bilancio 2023 prevedeva misure per la promozione delle discipline STEM nelle scuole. 

Ma che cosa sono queste STEM? 

L’acronimo sta per scienze, tecnologia, ingegneria e matematica e indica tutte le discipline di studio scientifiche e tecniche, che stanno suscitando grande interesse fra i giovani. Nella categoria rientrano: 

  • chimica, biologia e scienza naturali;
  • fisica;
  • matematica applicata, statistica; 
  • ingegneria meccanica, civile, elettrica, aerospaziale, chimica, informatica;
  • ricerca scientifica in diversi ambiti.

E cosa mai hanno a che vedere le STEM con la discriminazione di genere? La risposta è presto data e viene da lontano, dai retaggi culturali che volevano le donne più adatte all’insegnamento o alla cura, di cose o persone, e gli uomini più capaci nei lavori che hanno a che fare con la tecnologia, la scienza, la medicina e la matematica. Del resto alle bambine si regalavano pentoline e ai bambini il meccano.

Ancor oggi, a differenza che in altri Paesi, le bambine e le ragazze sono significativamente sottorappresentate nei settori delle materie STEM e compiono delle scelte di studio ancora fortemente influenzate dagli stereotipi di genere. Anche rispetto alle attività quotidiane, i bambini e le bambine intervistati compiono delle scelte stereotipate: i bambini sono più coinvolti in attività sportive o legate alla tecnologia e le bambine in attività artistiche. 

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I dati

I dati ISTAT riferiti al 2022 certificano che la percentuale di ragazzi laureati in materie tecnico scientifiche era del 34,5% contro un 16,6% per le ragazze. Differenze che si riflettono poi anche nel mondo del lavoro.

Eppure in un mondo sempre più caratterizzato dalla tecnologia e dall’uso massivo dei sistemi di intelligenza artificiale, la presenza delle donne in questi ambiti diventa fondamentale. L’intelligenza artificiale, di per sé neutra, è addestrata attraverso dati che spesso contengono discriminazioni di genere consce o inconsapevoli, causate soprattutto dal fatto che a programmare l’AI sono uomini, laureati, appunto, in materie tecnico scientifiche. 

E paradossalmente, proprio l’AI può favorire l’accesso delle donne alle STEM. Un esempio è la personalizzazione dei percorsi formativi e professionali. Gli algoritmi possono individuare lacune nelle competenze e suggerire opportunità di crescita, garantendo che le donne abbiano pari accesso alla formazione e all’avanzamento professionale. In ambito educativo, poi, progetti come “Girls Who Code” stanno ispirando una nuova generazione di donne a intraprendere carriere nelle materie STEM, colmando il divario digitale

Ma naturalmente cambiamento non può prescindere dalle scelte politiche e aziendali. Sia l’Europa che il MUR (Ministero dell’Università e della Ricerca) hanno emesso bandi per agevolare l’accesso delle donne all’ambito di studio e di lavoro STEM e molto stanno facendo anche aziende illuminate, che in Italia, danno corso a numerosi programmi dedicati alle donne con un percorso di studi o una carriera nelle materie STEM.

È una sfida da vincere.

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ultimo aggiornamento: 3 Luglio 2025 13:27

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