Dopo 37 anni, la giustizia arriva per Deborah Atrops, un uomo è stato condannato quest’anno per omicidio di secondo grado.
Il 2025 segna la chiusura di uno dei casi più inquietanti dell’Oregon: l’uomo accusato dell’omicidio freddo della sua ex moglie nel 1988 è stato finalmente condannato. Questo verdetto arricchisce un contesto familiare già drammatico, offrendo uno spaccato sull’evoluzione storica delle tecniche investigative e sul peso della giurisprudenza tardiva.
Partiamo dal contesto generale. Robert Atrops, oggi 70 anni, è stato ritenuto colpevole di omicidio di secondo grado per la morte della moglie Deborah, avvenuta il 29 novembre 1988. La coppia, in fase di separazione, aveva appena adottato un neonato. I dissapori, già segnalati da amici per episodi di violenza domestica, culminarono in una decisione di lei di chiedere il divorzio, situazione esplosiva poco prima del delitto.

Il ritrovamento e la scena del crimine
La sera dell’omicidio, Deborah uscì per un appuntamento dal parrucchiere e si recò a casa dell’uomo, Robert per recuperare la figlia. Ma qualcosa andò storto: la sua auto fu ritrovata due giorni dopo, il 1° dicembre 1988, in un cantiere remoto a Beaverton. All’interno del baule, c’era il corpo della donna, con abiti coperti di fango. L’autopsia parlò chiaro: strangolamento manuale e segni di aggressione sui vestiti . Robert dichiarò di non averla incontrata, ma la sua versione non si conciliava con le testimonianze.
La svolta forense dopo decenni
Il caso rimase freddo fino al 2020, quando un investigatore volle rivisitarlo: grazie a nuovi test forensi, si analizzarono il DNA trovato sul cappotto di Deborah e campioni di terreno. Il materiale genetico di Atrops risultò presente sull’indumento, mentre il fango trovato sulla carrozzeria coincise con quello prelevato vicino alla sua abitazione. Un dettaglio cruciale: Robert vendeva materiali da copertura edilizia vicino al luogo del ritrovamento. Nel 2022, interrogatori supplementari evidenziarono discrepanze significative tra le dichiarazioni odierne e quelle fornite nel ’88 .
In aprile 2025, una giuria lo ha giudicato colpevole di omicidio di secondo grado, e l’8 luglio il giudice ha emesso la sentenza: ergastolo con possibilità di libertà condizionale dopo 25 anni . La decisione segna un momento di riscatto per la vittima e per la giustizia, segnalando come la tecnologia e la determinazione investigativa a lungo termine possano contribuire a risolvere cold case sepolti nel tempo.
Come riportato da truecrimenews.com, Robert Atrops ha annunciato che intende ricorrere in appello, sostenendo l’insicurezza delle prove. Tuttavia, la mole di test forensi – DNA, biodiversità del terreno, testimonianze – appare consolidata. La speranza è che questo procedimento serva da monito: non importa quanto tempo trascorra, la verità può ancora emergere.