La Corte d’assise d’appello di Milano ha preso la sua decisione in merito all’accesso alla giustizia riparativa per Impagnatiello dopo l’omicidio Tramontano.
Novità in merito all’omicidio Giulia Tramontano per quanto riguarda il killer, Alessandro Impagnatiello. Lo scorso 25 giugno, la Corte d’Appello di Milano ha confermato la condanna all’ergastolo per l’ex barman rifiutando la richiesta della difesa di ridurre la pena a 30 anni, ma accogliendo l’esclusione della premeditazione. Adesso sono arrivati dettagli anche in merito al no alla giustizia riparativa che era stata chiesta dagli avvocati dell’uomo.

Impagnatiello: no giustizia riparativa
Ci sono novità in merito ad Alessandro Impagnatiello e il caso dell’omicidio di Giulia Tramontano che lo scorso 25 giugno, ha visto la Corte d’Appello di Milano confermare la condanna all’ergastolo per l’ex barman rifiutando la richiesta della difesa di ridurre la pena a 30 anni. In quella occasione, i giudici aveva accolto l’esclusione della premeditazione. La difesa aveva chiesto anche l’accesso a un programma di giustizia riparativa, accesso che, adesso, è stato negato ufficialmente con tanto di nota con motivazioni.
Le motivazioni
Come detto, la Corte d’assise d’appello di Milano ha rigettato l’istanza dell’accesso alla giustizia riparativa presentata dalla difesa di Alessandro Impagnatiello, l’uomo condannato anche in secondo grado all’ergastolo per l’omicidio di Giulia Tramontano, la sua fidanzata che stava portando avanti una gravidanza e si trovava al settimo mese.
In una nota ufficiale del presidente della Corte Giuseppe Ondei è stato possibile comprendere meglio i motivi di tale scelta. Da quanto si apprende nella comunicazione, la decisione è dovuta al fatto i motivi posti a fondamento della sua richiesta arrivata tramite gli avvocati “sono stati ritenuti irrilevanti ai fini di una valutazione dell’ammissibilità dell’invio dell’imputato al programma riparatorio”. A questo si aggiunge l'”indisponibilità, per ora irretrattabile” della famiglia di Giulia a partecipare al “programma riparatorio”.