Dimenticare spesso le cose potrebbe sembrare solo stress o distrazione, ma nasconde un problema di salute molto più serio, come la polmonite.
Capita a tutti, prima o poi, di avere dei vuoti di memoria: il nome di una persona sulla punta della lingua, le chiavi lasciate chissà dove, un appuntamento sfuggito alla mente. Spesso diamo la colpa alla stanchezza, allo stress o alla solita vita frenetica.
Però, senza ombra di dubbio, dimenticare le cose più del solito potrebbe essere un segnale che il corpo sta cercando di dirci qualcosa di più profondo, qualcosa che magari non c’entra nulla con la testa, ma con i polmoni. Sì, proprio così: in alcuni casi, la perdita di memoria può essere collegata alla polmonite.
La polmonite dietro ai vuoti di memoria
La polmonite è un’infezione che colpisce i polmoni, causando un’infiammazione degli alveoli, cioè quelle minuscole sacche d’aria dove avvengono gli scambi tra ossigeno e anidride carbonica. Quando si infettano, gli alveoli si riempiono di liquido o pus, rendendo difficile la respirazione e limitando l’ossigenazione del sangue.
E qui entra in gioco il cervello: se non riceve abbastanza ossigeno, anche solo per periodi brevi ma frequenti, può cominciare a funzionare in modo meno efficiente. Il risultato? Confusione mentale, difficoltà di concentrazione, perdita di lucidità e, appunto, problemi di memoria.

Questa condizione può colpire chiunque, ma è particolarmente pericolosa per anziani e persone con un sistema immunitario già indebolito. Infatti, nei soggetti più fragili, uno dei sintomi iniziali della polmonite non è sempre la tosse o la febbre, ma proprio un cambiamento nel comportamento o nelle capacità cognitive. Ciò può manifestarsi come apatia, difficoltà a seguire una conversazione, oppure dimenticanze frequenti che prima non si verificavano.
Le cause della polmonite possono essere diverse: può trattarsi di un’infezione batterica, virale o, in alcuni casi, anche fungina. I batteri, in particolare lo Streptococcus pneumoniae, sono tra i responsabili più comuni. Il virus dell’influenza, il Covid-19 e altri virus respiratori possono scatenare la malattia o predisporre il terreno per un’infezione secondaria. Le condizioni atmosferiche fredde, l’inquinamento e il fumo aumentano il rischio, così come la presenza di altre malattie croniche.
Come diagnosticare una polmonite
I sintomi tipici, oltre ai già citati problemi cognitivi, includono febbre alta, brividi, tosse persistente con catarro, dolore al petto durante la respirazione, respiro corto e stanchezza estrema. Però, come accennato prima, nei soggetti più anziani o fragili il quadro può essere molto meno evidente, e proprio per questo più insidioso. A volte non c’è neppure la febbre, e l’unico segnale è quel senso di smarrimento mentale che non si riesce a spiegare.
Per diagnosticare correttamente la polmonite è necessario rivolgersi al medico, che potrà prescrivere esami specifici. Una visita clinica attenta, accompagnata da una radiografia del torace, è spesso sufficiente per evidenziare l’infezione. Nei casi dubbi o più gravi, si possono richiedere esami del sangue o una TAC. L’intervento tempestivo è fondamentale perché, se non trattata, la polmonite può evolvere in forme gravi o addirittura fatali.
In sostanza, se si nota una perdita di memoria anomala, soprattutto se accompagnata da sintomi respiratori, non va sottovalutata. Non è detto che sia sempre stress o semplice stanchezza. A volte il corpo ci parla con segnali inaspettati, e starlo ad ascoltare può fare davvero la differenza.