Antonio Tajani chiarisce la posizione di Forza Italia sul MES: l’approvazione può avvenire solo dopo una riforma.
Nel dibattito politico sul Meccanismo europeo di stabilità (MES), il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani ha ribadito una posizione già espressa in passato. Secondo il leader di Forza Italia, l’Italia non può ratificare il MES nella sua forma attuale. “La mia posizione è sempre stata chiara: io non sono d’accordo con l’attuale forma del MES, serve una riforma per far sì che sia uno strumento comunitario e non soltanto uno strumento di Stati, con un controllo da parte del Parlamento”, ha dichiarato.
Tajani ha anche sottolineato il valore di alcune proposte ricevute da esperti del settore, specificando: “E ho sempre detto che anche la proposta che era stata fatta dal presidente dell’Abi Patuelli andava nella giusta direzione”. Il punto centrale della posizione di Forza Italia è quindi che “serve una riforma prima di poter essere approvato. Questo per quanto riguarda la mia posizione e quella di Forza Italia”. Come riportato da ansa.it

Una riforma per democratizzare il MES
Secondo Tajani, la riforma è necessaria per trasformare il MES in uno strumento realmente europeo, sottoposto a controllo parlamentare e più trasparente nelle decisioni. L’attuale meccanismo, nato per gestire crisi finanziarie nei paesi della zona euro, deve evolversi verso una gestione condivisa e responsabile, capace di rispettare la sovranità degli Stati senza compromettere l’efficienza.
Le condizioni di Forza Italia per la ratifica
Forza Italia non è contraria al MES per principio, ma chiede condizioni precise prima dell’approvazione: una riforma strutturale, come richiesto da Tajani, che lo trasformi in un vero strumento comunitario. In assenza di queste modifiche, la posizione del partito rimarrà negativa. Solo un accordo che integri la visione riformatrice potrà portare alla ratifica da parte del Parlamento italiano.
La linea politica è quindi netta: no alla semplice ratifica del MES com’è, sì a una riforma che ne rafforzi la dimensione democratica e comunitaria. La palla ora passa al dialogo tra Roma e Bruxelles per avviare un processo di revisione condiviso.