Lo spot lo incorona prima del match point.
Non capita spesso che una pubblicità riesca a rubare la scena a uno dei momenti più intensi di uno Slam. Eppure, durante la semifinale di Wimbledon tra Jannik Sinner e Carlos Alcaraz, è successo qualcosa di raro, quasi surreale.
Siamo nel cuore del quarto set. Sinner conduce due set a uno, avanti 3-2, e sembra avere in mano l’inerzia del match. È un momento delicatissimo, ogni punto pesa come un macigno. E proprio lì, durante un cambio campo, Sky manda in onda uno spot Rolex. Nulla di strano, se non fosse per il contenuto: la pubblicità celebra già la vittoria di Sinner a Wimbledon, con parole solenni e definitive. “La prima vittoria a Wimbledon. Questa corona è tua.”
Il pubblico resta spiazzato. Chi segue in diretta su Sky pensa a un errore. I social si accendono: c’è chi grida alla “gufata”, chi ironizza sulla sicurezza eccessiva del marketing, chi si chiede se non sia già tutto scritto. Ma la realtà si incarica di sorprendere tutti.
Pochi minuti dopo, Jannik chiude davvero il match. In quattro set, con personalità e lucidità. Batte Alcaraz e centra la sua prima, storica finale a Wimbledon. E così, quello che sembrava uno spot troppo audace, si trasforma in una profezia perfetta. Rolex aveva visto giusto. O forse, semplicemente, aveva intuito il momento.
La forza del messaggio, il tempismo millimetrico, la narrazione epica: tutto si allinea. In un solo minuto pubblicitario si è condensata l’ascesa di un campione che sta riscrivendo la storia del tennis italiano. Quelle parole – “Questa corona è tua” – smettono di sembrare marketing. Diventano realtà.
Il pubblico applaude. I social, che prima criticavano, ora celebrano. Sinner resta impassibile, come sempre. Ma nei suoi occhi, mentre lascia il campo, si legge qualcosa in più: la consapevolezza di essere arrivato lì dove pochi osano sognare.
E lo spot? Non è più solo uno spot. È diventato parte della storia.