Liliana Resinovich, le ragioni dietro l'ipotesi di congelamento
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Liliana Resinovich, le ragioni dietro l’ipotesi di congelamento: parla una scienziata

Liliana Resinovich

Liliana Resinovich, spunta l’ipotesi di una scienziata sul congelamento del cadavere prima di essere depositato nel luogo del ritrovamento.

Se la pressione su Sebastiano Visintin fa sorgere timori sulla sua salute, nel frattempo emerge con forza una nuova chiave interpretativa sul giallo della morte di Liliana Resinovich. La scienziata Noemi Procopio, docente di Scienze forensi all’università del Lancashire e consulente della difesa del marito della vittima, porta l’attenzione sul microbioma e ipotizza che il corpo sia stato congelato prima di essere deposto nel boschetto dove è stato ritrovato.

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Liliana Resinovich: la consulenza forense non convince la scienziata

Secondo la consulenza forense Cattaneo, come riportato in un’intervista a Quotidiano Nazionale, Liliana Resinovich sarebbe morta il giorno della scomparsa, il 14 dicembre 2021, e il cadavere sarebbe rimasto all’aperto per 22 giorni. Ma questa versione non convince Noemi Procopio, che ha analizzato i campioni biologici con tecniche bioinformatiche basate sullo studio del microbioma.

Sulla base del microbioma trovato sul cadavere, è altamente inverosimile che Liliana Resinovich sia rimasta per 22 giorni nel boschetto“, afferma. I batteri riscontrati nei campioni sono simili a quelli riscontrati in precedenti casi di cadaveri che erano stati congelati e poi scongelati. È una semplice osservazione, precisa, ma non si tratta di supposizioni infondate. “Non sono fantasie, sono dati scientifici. Non è una certezza ma non lo escludo“.

L’ipotesi del congelamento del cadavere

Uno degli aspetti più discussi del caso è lo stato di conservazione del cadavere, trovato in condizioni compatibili con una morte recente, nonostante il tempo trascorso. “Ho lavorato su quello che c’era, non il massimo devo dire“, spiega la scienziata, che ha confrontato i dati con modelli animali e umani. Ha utilizzato maiali esposti a temperature intorno ai 12-13 gradi e corpi umani decomposti in condizioni climatiche estreme in Nord Dakota e Texas.

Noemi Procopio evidenzia che tutte le analisi portano alla stessa conclusione: è improbabile che il corpo sia rimasto per 22 giorni nel luogo del ritrovamento. La possibilità di un congelamento intermedio diventa quindi una spiegazione plausibile.

Potrei calcolare la data di morte con esattezza se avessi la certezza che il corpo non è stato spostato”, ammette. Intanto, intende proseguire lo studio del caso con la collaborazione di colleghi statunitensi. “Le tecniche sono sperimentali finché non c’è un precedente. Ma bisogna lavorare per farle accettare come prove in tribunale“.

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ultimo aggiornamento: 17 Luglio 2025 17:46

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