Papa Leone XIV ha espresso forte preoccupazione nella telefonata con il premier Netanyahu dopo l’attacco alla chiesa cattolica di Gaza.
Una telefonata importante quella avvenuta nella mattinata tra Papa Leone XIV e il premier israeliano Benjamin Netanyahu. Il colloquio, avvenuto nella residenza di Castel Gandolfo, è seguito al tragico attacco militare israeliano che ha colpito la chiesa cattolica della Sacra Famiglia a Gaza, facendo infuriare anche la premier Giorgia Meloni. Il Pontefice ha espresso tutta la sua preoccupazione per la “drammatica situazione umanitaria” nella Striscia. Ribadendo l’urgenza di proteggere i civili e i luoghi di culto.

La vicinanza di Leone XIV alla comunità cattolica colpita a Gaza
In aggiunta alla telefonata con il premier israeliano, come riportato da Fanpage, Papa Leone XIV ha avuto un contatto anche con il cardinale Pierbattista Pizzaballa, Patriarca Latino di Gerusalemme, e con padre Carlos Ferrero, provinciale dell’Istituto del Verbo Incarnato, congregazione a cui appartiene padre Gabriel Romanelli. Quest’ultimo è rimasto ferito all’una gamba nell’attacco, che ha provocato anche nove feriti, di cui una persona in condizioni critiche e due gravi.
La Sala Stampa Vaticana ha fatto sapere che il Pontefice ha voluto manifestare “la sua vicinanza anche a quanti della comunità, fedeli e religiosi, erano con lui“. Ha poi assicurato loro “la sua preghiera e il suo incessante impegno per la pace, unica via che preserva l’umanità di tutte le parti“.
La telefonata con il premier Netanyahu
Il comunicato ufficiale della Santa Sede, aggiunge Vaticannews, ha reso noto che Papa Leone XIV ha ricevuto una telefonata da Benjamin Netanyahu. Durante il colloquio, il Papa “ha rinnovato il suo appello affinché venga ridato slancio all’azione negoziale e si raggiunga un cessate il fuoco e la fine della guerra“.
Il Pontefice ha ribadito la sua forte preoccupazione per le condizioni in cui versa la popolazione civile di Gaza. Sottolineando come il prezzo più alto venga pagato “in modo particolare da bambini, anziani e persone malate“. Il Santo Padre ha insistito infine sull’”urgenza di proteggere i luoghi di culto e soprattutto i fedeli e tutte le persone in Palestina ed Israele“.