Il caso Garlasco torna d’attualità con il confronto a Quarto Grado tra Abbate e il generale Garofano sulla controversa traccia di DNA.
Il delitto di Garlasco, che dal 2007 continua a dividere opinione pubblica e addetti ai lavori, è tornato sotto i riflettori con un acceso confronto a Quarto Grado su Rete 4. Al centro della discussione, la traccia di DNA ignoto 3, trovata su una garza utilizzata durante l’autopsia nel cavo orale di Chiara Poggi. Questa traccia è diventata il simbolo di due visioni opposte: da una parte Carmelo Abbate, convinto che sia la chiave del mistero, dall’altra il generale Garofano, che ne ridimensiona completamente la portata.

Caso Garlasco, Abbate: “Finalmente abbiamo l’identità genetica dell’assassino”
Per Abbate, la scoperta è decisiva: “La contaminazione della traccia non si può sentire – esordisce già carico – finalmente abbiamo l’identità genetica dell’assassino, o almeno di uno degli assassini, bisogna avere il coraggio di dirlo.” Il giornalista rigetta categoricamente l’ipotesi di errore: “Tutti i soggetti che sono venuti a contatto con il cadavere sono stati censiti e il dna non è di nessuno di loro”. E rincara: “Condannato in via definitiva? – replica poi a Nuzzi – sai come la penso e sai che non c’è una traccia di Alberto Stasi sul luogo del delitto, non ce n’è una.” Abbate accusa l’intero impianto accusatorio: “Lo scandalo è che c’è una garza che non è mai stata aperta dopo l’omicidio… La traccia di ignoto 3 non è mista – aggiunge – c’è una parte in cui il dna non è misto.”
Garofano: “Una sala autoptica è una fucina di DNA”
Di parere opposto il generale Luciano Garofano, all’epoca comandante del RIS: “Ho sentito parlare di una grande quantità di dna ma non è vero, il dna Y rilevato su quella garza è infinitesimale, la maggior parte, il 99,9%, appartiene a Chiara”. Secondo lui, si tratterebbe di una contaminazione: “Una sala autoptica è una fucina di dna, la contaminazione può avvenire in qualsiasi momento, una frazione di secondo.”
Spiega inoltre le dinamiche tecniche del prelievo: “Tra i vari tamponi quello orale viene considerato come materiale di confronto e doveva servire a ottenere materiale riconducibile alla vittima da confrontare alle tracce rinvenute sulla scena del crimine.” Sulle responsabilità, Garofano è chiaro: “È stata una contaminazione assolutamente inconsapevole che non ha alcuna responsabilità in chi l’ha fatto.” Inoltre sottolinea: “È un profilo completo ma è un profilo y… non è come il dna di Bossetti, non è come il dna trovato nel cavo orale di Melania Rea.” Il tutto come scritto da ilsussidiario.net
"Abbiamo l'identità genetica di almeno uno degli assassini"
— Quarto Grado (@QuartoGrado) July 18, 2025
Le parole di Carmelo Abbate sul giallo di Garlasco #Quartogrado pic.twitter.com/1wOBbTCZra
Con Alessandra Viero e il genetista Giorgio Portera cerchiamo di capire per quanto tempo rimane in bocca il DNA e come si potrebbe arrivare a "ignoto 3"#Quartogrado pic.twitter.com/XxFGGdeUtx
— Quarto Grado (@QuartoGrado) July 18, 2025
"Il DNA "Y" individuato è infinitesimale, la maggior parte è di Chiara Poggi"
— Quarto Grado (@QuartoGrado) July 18, 2025
Le parole del generale Garofano, consulente di Andrea Sempio pic.twitter.com/odSAKEibmp