In Valsusa, l’intervento di Ilaria Salis in compagnia di Patrick Zaki al Festival Alta felicità a Venaus. Le parole di fuoco.
Nei giorni scorsi ha presentato il suo libro, ‘Vipera’, nelle Marche, ottenendo grande riscontro ma, allo stesso tempo, generando alcune pesanti critiche. Stiamo parlando di Ilaria Salis che nel pomeriggio di domenica è intervenuta a Venaus per il Festival Alta felicità in compagnia dell’attivista Patrick Zaki per dare vita ad un dibattito dal titolo “Diritti, giustizia e libertà: quando la democrazia vacilla”. L’eurodeputata con Avs ha avuto modo di parlare della sua prigionia in Ungheria ma anche di altre argomentazioni con parole decisamente forti.

Ilaria Salis al Festival Alta felicità
Ilaria Salis, eurodeputata con Avs, come detto, è stata ospite insieme all’attivista Patrick Zaki, del Festival Alta felicità a Venaus, in Valsusa con il dibattito dal titolo: “Diritti, giustizia e libertà: quando la democrazia vacilla”. A fare da moderatrice dell’incontro, Dana Lauriola, una dei leader di Askatasuna, il centro sociale di corso Regina Margherita.
Durante il faccia a faccia con i presenti non sono mancati passaggi molto duri da parte della Salis ma anche di Zaki. Le loro parole sono state riportate in queste ore da torinocronaca.it che ha messo in risalto alcuni passaggi fondamentali.
“Mi vergogno”: la prigionia e i Cpr
La Salis, tra le prime affermazioni, si è schierata in modo platonico si può dire con i No Tav facendo riferimento al suo periodo di detenzione in Ungheria: “Come resistere alla prigionia in Ungheria l’ho imparato da voi in Valsusa”, ha detto l’europarlamentare con Avs.
Spostando poi l’attenzione ad un altro tema molto caro alla Salis, ovvero il Centri di Permanenza per il Rimpatrio, la donna ha aggiunto in modo molto polemico e discutibile: “Mi vergogno, oggi, di essere italiana dopo quello che ho visto nei penitenziari che ho visitato”, ha detto. E facendo riferimento al centro torinese: “E il Cpr di Torino è un posto disumano”, ha aggiunto.