Emergono gli scenari umanitari e diplomatici: Gaza a rischio carestia, il Regno Unito segue la Francia nel riconoscere la Palestina.
Nel cuore del Medio Oriente si intensifica una crisi umanitaria e politica di portata eccezionale. A Gaza si registra un allarme carestia, mentre Londra cambia rotta: come riportato da lapresse.it, il governo guidato da Keir Starmer si prepara a riconoscere la Palestina entro settembre, a meno che Israele non aderisca a un immediato cessate il fuoco e faciliti l’ingresso di aiuti umanitari.

Allarme carestia: la crisi alimentare a Gaza
L’Integrated Food Security Phase Classification (IPC) ha lanciato un avvertimento perentorio: “il peggiore scenario di carestia” è in corso e prevede “morte diffusa”. Non si parla di una dichiarazione ufficiale di carestia — mancano dati precisi a causa dei gravi limiti di accesso al territorio — ma la situazione viene definita drammatica.
Il segretario generale dell’ONU, Antonio Guterres, ha sottolineato che si tratta non di un avvertimento, ma di una realtà tangibile. Ha affermato che “i palestinesi a Gaza stanno vivendo una catastrofe umanitaria di proporzioni epiche”. Questo contrasta con le dichiarazioni del premier israeliano Netanyahu, che ha messo in dubbio l’esistenza della fame a Gaza.
Il riconoscimento della Palestina: la svolta diplomatica di Londra
Keir Starmer ha annunciato che il Regno Unito riconoscerà lo Stato di Palestina a meno che non intervenga un cessate il fuoco accordato da Israele e non siano garantite condizioni di accesso per l’ONU per distribuire aiuti.
Questa svolta segue quella della Francia, il cui presidente Macron aveva fatto un annuncio simile con scadenza fissata nell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, prevista a settembre. Jean‑Noël Barrot, ministro degli Esteri francese, ha sottolineato che “insieme, con questa decisione fondamentale e con i nostri sforzi congiunti, interrompiamo il ciclo infinito della violenza e riapriamo la prospettiva di pace nella regione”.
Israele ha reagito definendo la mossa britannica come una “ricompensa a Hamas”. La decisione è maturata dopo un giorno in cui l’allarme sul rischio carestia ha dominato l’agenda internazionale, e che ha visto il ministro dell’interno israeliano Smotrich rilanciare l’idea di annessione della Cisgiordania e della Striscia.
Smotrich ha dichiarato che un ritorno agli insediamenti abbandonati nel 2005 è oggi un’opzione “realistica”, mentre il ministro della Difesa Katz ha affermato che le IDF devono garantire la sicurezza operando ovunque a Gaza, come già fanno in Cisgiordania.
My statement on the humanitarian crisis in Gaza and our plan for peace including the recognition of a Palestinian State. pic.twitter.com/aMUCNwJb9z
— Keir Starmer (@Keir_Starmer) July 29, 2025