Se il trasferimento di Neymar alla Juventus è fattibile: cifre, sostenibilità economica, sponsor coinvolti e confronto.
Il nome di Neymar alla Juventus riaccende una discussione intensa: può davvero il campione brasiliano approdare a Torino? L’idea nasce dall’appello dell’amico e connazionale Bremer, che ha acceso la fantasia dei tifosi bianconeri. Il paragone con l’arrivo di Cristiano Ronaldo nel 2018 è immediato: stesso compleanno, stessa età (entrambi 33 anni all’epoca dell’ipotesi), stessa voglia di riscossa prima del Mondiale.

Costi dell’operazione e sostenibilità economica
Come riportato da gazzetta.it dal punto di vista dei numeri, l’operazione sembra meno proibitiva rispetto a quanto si possa immaginare. Quando il PSG acquistò Neymar dal Barcellona nel 2017 furono spesi 222 milioni di euro, cifra record ancora oggi. Il trasferimento successivo all’Al Hilal nel 2023 fruttò al club parigino circa 90 milioni, con uno stipendio attorno ai 160 milioni annui, rivalutando il suo valore sul mercato globale. In Arabia Saudita, però, gli infortuni – in particolare al crociato – limitarono le presenze a sole 7 gare e 1 gol, portando a una risoluzione anticipata che lo ha riportato in Brasile.
Al suo ritorno al Santos, Neymar ha firmato un contratto speciale: uno stipendio base di poco più di 2 milioni di euro annui, con la società che incassa una parte consistente dei guadagni pubblicitari associati al suo brand, cifre che sfiorano i 100 milioni totali. Questa struttura contrattuale apre la porta a una possibile partecipazione attiva degli sponsor nel sostenere un trasferimento europeo.
Sponsor, benefici fiscali e tempistiche
La vera chiave dietro una possibile operazione di mercato è il coinvolgimento degli sponsor. Neymar continua ad avere una forza d’immagine immensa, soprattutto nei mesi prossimi al Mondiale: un palcoscenico che fa gola ai partner commerciali. Se questi fossero disposti a coprire una buona parte dell’onere economico, la Juventus potrebbe permettersi un investimento simile a una «ciliegina», non un elemento centrale di rifondazione.
Sul fronte fiscale, l’ipotesi è resa ancora più appetibile dalla possibilità di applicare la cosiddetta norma sui redditi esteri, che consentirebbe a Neymar di beneficiare di una franchigia minima in Italia, come fu per Cristiano Ronaldo. Questo abbasserebbe sensibilmente il costo netto del suo stipendio sul bilancio della Juve.