Il Tribunale di Milano ha condannato la cognata di Alessandro Impagnatiello a risarcire la famiglia di Giulia Tramontano: il motivo.
Mentre a Garlasco scoppia il caso per la foto con il Fruttolo, a Milano arriva una sentenza significativa legata all’omicidio di Giulia Tramontano. La cognata di Alessandro Impagnatiello, l’uomo condannato all’ergastolo per aver ucciso l’ex compagna incinta, come scritto da Corriere della Sera e riportato da Sky News, è stata condannata dal Tribunale civile di Milano a risarcire la famiglia della vittima con 25mila euro. Ecco, a seguire, il motivo dietro questa decisione.

Giulia Tramontano, cosa ha fatto la cognata di Alessandro Impagnatiello
La donna, moglie del fratello di Alessandro Impagnatiello, aveva acquistato per 10mila euro la Volkswagen T-Roc dell’assassino, poco più di due mesi dopo l’omicidio. Secondo i giudici, spiega Sky News, l’operazione era finalizzata a “diminuire la consistenza patrimoniale” del condannato, che risulta nullatenente. L’obiettivo era quello di “aggirare l’obbligo di risarcimento” nei confronti della famiglia di Giulia Tramontano. Il valore reale dell’auto, secondo il Tribunale, era di circa 20mila euro.
Nell’auto, il condannato aveva nascosto e trasportato il corpo della vittima, uccisa il 27 maggio 2023. I giudici milanesi hanno ritenuto che i parenti dell’uomo fossero “ben consapevoli” delle “ragioni risarcitorie” dei familiari della vittima e del fatto che la vendita dell’auto andasse a diminuire la “garanzia generica a favore di questi per la riduzione (azzeramento) della consistenza patrimoniale del debitore“.
Annullato l’atto di vendita e condanna al risarcimento di 25mila euro
Il Tribunale ha inoltre sottolineato un ulteriore elemento: nell’ottobre 2024, i parenti di Alessandro Impagnatiello avevano denunciato il furto dell’auto, ma senza riuscire a incassare il premio assicurativo, in quanto alla compagnia “non risultava nessun furto“. Anche per questo motivo, i giudici hanno deciso di annullare l’atto di compravendita del veicolo.
Alla fine, la cognata di Impagnatiello è stata condannata a versare 20mila euro, pari al valore reale dell’auto, più 5mila euro per le spese legali, per un totale di 25mila euro.