L’Inter è fanalino di coda nei dribbling riusciti e tentati: ecco perché Lookman sarebbe stato fondamentale. Analisi dei dati Opta.
Nel calcio moderno, la capacità di saltare l’uomo è una risorsa fondamentale per rompere le linee avversarie. Nonostante una stagione 2024/25 quasi trionfale, l’Inter ha evidenziato un limite strutturale: la totale mancanza di giocatori capaci di creare superiorità numerica con il dribbling.
A confermare questa lacuna ci pensano i numeri di Opta: l’Inter ha chiuso la scorsa stagione ultima in Serie A per dribbling tentati (390) e riusciti (158). Un dato ancora più preoccupante se si considera che, su scala europea, i nerazzurri sono stati fanalino di coda anche nei top 5 campionati.

I numeri della nuova stagione: il problema persiste
La Serie A 2025/26 è appena iniziata, ma le prime due giornate confermano lo stesso trend. L’Inter è tra le ultime squadre per dribbling tentati (25), davanti solo a Pisa, Torino, Fiorentina, Cremonese e Cagliari. Quanto a dribbling riusciti, i nerazzurri ne hanno completati appena 16, un dato inferiore solo ad Atalanta, Roma, Como e Milan.
Nonostante il buon avvio di campionato, l’assenza di giocatori capaci di creare superiorità numerica è ancora evidente. Il gioco si basa su automatismi e movimenti senza palla, ma senza l’uno contro uno, il rischio di diventare prevedibili è elevato.
Perché Lookman era (ed è) fondamentale
Durante l’estate, l’Inter ha inseguito a lungo Ademola Lookman, esterno dell’Atalanta con grandi doti nell’uno contro uno. Il suo profilo era perfetto per risolvere un problema che persiste da più stagioni: la mancanza di dribblatori naturali. L’unico innesto che potrebbe aiutare in questa direzione è Luis Henrique, ma per ora resta una seconda scelta.
Con Lookman, l’Inter avrebbe potuto aggiungere imprevedibilità, strappi e soluzioni individuali a un sistema già collaudato. Senza di lui, la squadra rischia di dipendere esclusivamente dalle geometrie, rendendosi meno efficace contro avversari chiusi.