Una giovane cameriera denuncia le molestie del titolare di un albergo a Porto San Giorgio. Le indagini rivelano abusi su altre dipendenti.
Dopo mesi di molestie subite sul luogo di lavoro, una giovane cameriera di un albergo di Porto San Giorgio ha trovato il coraggio di denunciare. La sua segnalazione ha dato il via a un’indagine della Polizia di Stato che ha portato all’arresto del titolare della struttura. Intanto, sono in programma nuove analisi sul caso Liliana Resinovich.

Molestie e messaggi a sfondo erotico: la testimonianza della giovane cameriera
La vicenda è emersa nei primi giorni di agosto, quando la giovane – impiegata come cameriera – si è presentata alla Questura di Fermo per denunciare gli abusi subiti da parte del suo datore di lavoro. Secondo il suo racconto, come riportato da Leggo.it, l’uomo avrebbe approfittato della sua posizione per molestarla quasi ogni giorno, a partire dal mese di maggio.
Le molestie avvenivano principalmente quando si trovavano soli, con il pretesto di discutere presunte mancanze professionali. Ma non si trattava solo di contatti fisici indesiderati: la ragazza ha mostrato agli investigatori anche numerosi messaggi a sfondo erotico ricevuti sul cellulare da parte dell’uomo. Un comportamento sistematico e opprimente, che ha costretto la dipendente a dimettersi pur di sottrarsi a quel clima insostenibile.
Altre dipendenti coinvolte: l’arresto del datore di lavoro
La denuncia della giovane, aggiunge Leggo.it, ha fatto scattare immediatamente le indagini da parte della Squadra Mobile della Questura di Fermo. Gli investigatori, attraverso testimonianze e accertamenti, sono riusciti a ricostruire un quadro più ampio. Altre giovani lavoratrici della stessa struttura avrebbero subito molestie simili, sempre tra maggio e agosto.
A rafforzare il quadro indiziario, anche le dichiarazioni di persone che hanno assistito ad alcune avances del titolare nei confronti delle dipendenti. Elementi che hanno convinto la Procura della Repubblica di Fermo a richiedere la misura cautelare degli arresti domiciliari. Il giudice per le indagini preliminari ha accolto la richiesta, riconoscendo gravi indizi per violenza sessuale reiterata e atti persecutori.