Caso Liliana Resinovich, Visintin intervistato da Quarto Grado: “Non ho nulla da nascondere”. Tutte le parole.
Il mistero intorno alla morte di Liliana Resinovich continua a riempire le pagine della cronaca italiana. La donna scompare nel dicembre del 2021 e viene ritrovata cadavere settimane dopo, in circostanze ancora tutte da chiarire. Al centro delle indagini, il marito Sebastiano Visintin, che si è recentemente raccontato ai microfoni di “Quarto Grado” in un’intervista piena di dettagli inediti, come scritto e riportato ilsussidiario.net
“Molte volte la polizia è venuta a casa mia, ho fatto vedere i video fatti con la GoPro, poi hanno copiato tutto il contenuto sul computer. Molte volte sono stato chiamato in questura, molte volte ho portato la GoPro, poi un’altra volta quando son venuti da me l’hanno portata via, quindi tutti gli esami sono stati fatti sulla GoPro, le date? Non me le ricordo assolutamente, forse nei primi sei mesi”, ha dichiarato Visintin.
Il nodo centrale resta però quello temporale: secondo quanto ricostruito da “Quarto Grado”, “la GoPro sarebbe stata analizzata e sequestrata solo un anno e mezzo dopo” e non nei mesi immediatamente successivi alla scomparsa, come invece sostiene l’uomo.

La GoPro, i dubbi sulla formattazione e le critiche legali
Sebastiano ha anche confermato di aver formattato la GoPro lo stesso giorno in cui ha appreso di essere indagato: il 13 giugno 2023. Un gesto che ha sollevato molte perplessità tra gli investigatori e tra i familiari della vittima.
Il legale della cugina di Liliana, ha infatti osservato: “I dati della GoPro non sono mai stati acquisiti. Siccome Visintin diceva che aveva l’alibi di questa GoPro io al suo posto l’avrei tenuta in una cassaforte, andare a cancellare i dati proprio il 13 giugno, quando viene fuori la notizia del sequestro, questo è un dato che fa riflettere la questura”.
Ha aggiunto anche che “la data e l’ora della GoPro possono essere modificati manualmente, come ci dice la casa madre. Il GPS no, tanto è che alcuni video danno conferma, altri no”. Sul fronte dei telefoni, emerge un ulteriore dettaglio: “Il telefono che conteneva l’applicazione con i video, il Samsung 21, è stato dato da Visintin il giorno 20 giugno 2023 agli inquirenti, ma ne consegna un altro dello stesso modello. L’amica a cui aveva regalato il telefono lo consegnerà poi a settembre 2023”. Come scritto da ilsussidario.net
Caso Liliana Resinovich: estate difficile e tesi sul suicidio
Oltre alle questioni tecniche, Visintin ha raccontato il suo stato psicofisico degli ultimi mesi: “Come è andata la mia estate? Diciamo che giugno e luglio molto bene, in agosto dopo Ferragosto mi è successo questo fatto, forse mi sono stancato troppo o il caldo, fatto sta che ero in bicicletta, non mi sono sentito bene, sono rientrato nell’albergo dove andavo da anni a Riccione, mi hanno portato nel reparto cardiologico, mi hanno tenuto lì una settimana”.
“Penso che sia dovuto a questo stress emotivo per come si sono evolute le cose e il mio corpo ha avuto un cedimento molto forte”, ha aggiunto. Riferendosi alle indagini, ha detto: “Non me l’aspettavo, mi hanno preso le impronte digitali e mi hanno schedato. Poi mi hanno portato in questura, mi hanno fotosegnalato, umanamente ho toccato il fondo, mi sono sentito distrutto”.
Infine, Visintin ha ribadito la sua convinzione che Liliana si sia tolta la vita: “Tutto porta al suicidio, mi trovo in grande difficoltà, non posso che pensare comunque ad un suicidio, lei è uscita di casa senza portare niente, senza i documenti, senza i telefoni, tutto fa pensare ad un gesto estremo e questo fa male perché evidentemente tante cose non le ho capite, non mi sono accorto”. Il tutto come scritto da ilsussidiario.net
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