Verona registra un’epidemia autoctona di chikungunya: 46 casi locali, 208 in totale tra Veneto ed Emilia-Romagna.
A Verona è in corso una vera e propria epidemia di chikungunya, con 46 casi di derivazione autoctona nella sola provincia e un totale nazionale di 208 contagi, distribuiti tra Veneto ed Emilia-Romagna. La situazione è sotto osservazione da parte delle autorità sanitarie, mentre si moltiplicano le disinfestazioni e si valutano annullamenti di eventi pubblici per contenere il diffondersi del virus.

Il paziente zero e l’origine del focolaio
Il focolaio veronese ha avuto origine il 6 agosto, quando l’IRCCS per Malattie infettive e tropicali Sacro Cuore di Negrar ha identificato il paziente zero: “il contagio di una 64enne di Arbizzano. Che era priva di una storia recente di viaggi all’estero”. Solo un giorno dopo, è stato confermato un secondo caso: “una 39enne di Affi”. Da quel momento, l’epidemia si è espansa rapidamente, “al ritmo di due casi al giorno fino al numero di oggi”.
Secondo gli esperti, il virus ha origine probabilmente da un viaggiatore infetto: “Quasi certamente, il virus è stato portato a Verona da una persona di rientro dall’estero. Tornata in Italia, è stata punta da una zanzara tigre, che a sua volta ha trasferito il virus altrove”, ha spiegato Fabrizio Pregliasco a Repubblica come scritto da open.online, professore di Igiene all’Università di Milano.
Il ceppo virale sembra essere riconducibile al Madagascar, ed è il secondo focolaio registrato in Italia nel 2025, dopo quello di Carpi, che ha raggiunto i 100 casi. Dei 208 contagiati in Italia, “41 sono associati a viaggi all’estero e 167 autoctoni. L’età media è 60 anni, e per il 47% si tratta di maschi”.
I sintomi della chikungunya e l’impatto sul territorio
Sebbene la chikungunya non abbia ancora causato decessi, il virus presenta sintomi debilitanti: “Rispetto a quelli di West Nile, i sintomi di chikungunya sono decisamente meno impegnativi: si parla soprattutto di dolori articolari, simili a quelli che possono derivare da un’influenza”, spiega Matteo Bassetti come riferito da open.online, professore di Malattie infettive all’Università di Genova.
Il termine chikungunya deriva da una parola della lingua makonde, che significa “ciò che contorce”, proprio a causa dei forti dolori articolari che possono colpire i pazienti.
Per limitare la diffusione, “sono partite le campagne di disinfestazione. E sagre e fiere vengono annullate”. Tra gli eventi a rischio c’è anche la Fiera del Riso di Isola della Scala, dove si attendono 300 mila persone. Proprio lì è stato registrato uno degli ultimi casi confermati.
Come ricorda Bassetti, “il problema sono le zanzare, che ormai circolano persino fino a novembre”. La tropicalizzazione del clima italiano ha creato condizioni ideali per la proliferazione delle zanzare tigre. La prevenzione passa dalle buone pratiche: “tagliare regolarmente l’erba del giardino di casa e svuotare l’acqua dai sottovasi sui nostri balconi, per evitare che si trasformino in autogrill per le zanzare”.