Una laurea triennale in comunicazione è sicuramente un traguardo importante, ma non sempre definitivo.
Potrebbe, anzi, in alcuni casi essere un vero e proprio punto di partenza per definire il proprio futuro.
Questo titolo di studio fornisce basi importanti e apre la mente a discipline diverse, dal marketing alla sociologia, e che soprattutto fornisce un bagaglio di competenze trasversali essenziali: la capacità di analizzare scenari complessi, l’abilità di creare contenuti efficaci e l’arte di gestire relazioni strategiche. Quando, tuttavia, lo si ottiene, ci si trova di fronte a un bivio fondamentale.
Occorre decidere cosa fare dopo, tra continuare gli studi o entrare nel molto del lavoro e tutto questo crea di sicuro un misto di sensazioni molto intense, tra ansia ed eccitazione.
Le opzioni sono molte e non esiste una risposta giusta che valga per tutti; la scelta dipende molto dalle proprie ambizioni e aspettative. Di fronte a questa importante scelta, una delle vie più considerate è quella di proseguire gli studi con una magistrale in comunicazione, ma non è certamente l’unica.
La scelta strategica della laurea magistrale
Per chi sente che il proprio percorso accademico non è ancora concluso e avverte l’esigenza di uno sguardo più specialistico, la laurea magistrale è la naturale prosecuzione.
Questo biennio è un’immersione profonda in un’area specifica della comunicazione, quindi scegliere una magistrale in comunicazione significa decidere di diventare esperti in un determinato campo, che sia la comunicazione d’impresa, la gestione dei media digitali, le relazioni pubbliche internazionali o l’analisi dei consumi.
Il percorso permette di acquisire una competenza sulla materia superiore, che apre le porte a ruoli di maggiore responsabilità e a contesti professionali più complessi. Si tratta quindi di un investimento per migliorare il proprio profilo, ottenendo una visione strategica più matura e diventando un professionista capace non solo di eseguire, ma anche di ideare e coordinare.

Il master di primo livello per la concretezza
Se la magistrale risponde a un’esigenza di approfondimento accademico, il master di primo livello parla un’altra lingua: quella della concretezza e dell’immediata professionalizzazione.
Si tratta di un percorso formativo intensivo, solitamente annuale, progettato per essere un vero e proprio ponte tra l’università e un ruolo lavorativo ben definito. La sua forza risiede nell’approccio “learning by doing”, con docenti che provengono dal mondo del lavoro, case study reali e, quasi sempre, uno stage curriculare che rappresenta il primo, vero contatto con la realtà aziendale.
Un master in organizzazione di eventi, in social media marketing o in brand management permette di acquisire quelle competenze tecniche e operative che il mercato richiede nell’immediato, rendendo il profilo estremamente appetibile per un settore di nicchia.
L’esperienza diretta: l’ingresso nel mondo del lavoro
C’è poi una terza via, quella di chi desidera capitalizzare subito il titolo ottenuto e confrontarsi direttamente con le sfide del mercato del lavoro. La laurea triennale fornisce già gli strumenti necessari per essere operativi in molti contesti, e l’esperienza sul campo è un acceleratore di crescita professionale insostituibile.
I settori di sbocco sono tanto vari quanto le anime della comunicazione: si va dall’editoria e dal giornalismo, nel campo delle redazioni tradizionali o digitali, fino al mondo dinamico delle agenzie di pubblicità e marketing, dove si può iniziare come junior copywriter, content creator o social media specialist. Altri ambiti fertili sono l’organizzazione di eventi, che unisce creatività e logistica, e le relazioni pubbliche, dove si impara a gestire l’immagine e la reputazione di aziende e istituzioni.
Infine, l’universo del digital marketing è in continua espansione e offre opportunità concrete a chi possiede competenze nella gestione di campagne online, nell’analisi dei dati e nelle strategie di posizionamento (SEO).