La Sardegna approva la legge sul fine vita con 32 voti favorevoli: ecco cosa prevede il testo e perché ha spaccato i partiti.
Se da una parte c’è Matteo Salvini che parla di una Pontida “diversa”, dall’altra in Sardegna si compie un passo legislativo importante: con 32 voti favorevoli, 19 contrari e un’astensione, è stata approvata la legge sul fine vita. Il testo, elaborato dalla maggioranza di campo largo, si ispira alla proposta dell’associazione Luca Coscioni già presentata in diverse regioni italiane.

La Sardegna approva la legge sul fine vita: cosa prevede
L’obiettivo della norma, come riportato da L’Ansa, è quello di rendere operative le indicazioni della Corte costituzionale del 2019 sul suicidio medicalmente assistito. Secondo la legge, le persone affette da patologie irreversibili e dipendenti da trattamenti vitali, potranno accedere, in modo gratuito, a un percorso sanitario che rispetti la loro volontà di porre fine alla propria vita in condizioni di dignità. Tutto questo sarà possibile solo dopo una verifica da parte di una commissione multidisciplinare e del comitato etico competente sul territorio.
Carla Fundoni (Pd), presidente della commissione Sanità e tra le promotrici del testo, ha parlato di “una legge di civiltà e responsabilità istituzionale, che mette al centro la libertà e la dignità della persona, sostenuta e accompagnata senza imposizioni, nel rispetto della sua volontà“. Per Roberto Deriu, capogruppo Pd, “abbiamo una regola chiara per una situazione estrema: questo è il dovere del legislatore in conformità alla Costituzione, ma dietro questa realtà giuridica c’è la realtà umana di chi soffre allo stremo delle forze“.
Lo scontro politico, anche dentro i partiti
Il voto in aula ha evidenziato differenze profonde tra i gruppi e anche all’interno delle stesse coalizioni. In maggioranza, Lorenzo Cozzolino (Orizzonte Comune) ha votato contro, mentre il vicepresidente del Consiglio regionale Giuseppe Frau (Uniti con Todde) ha scelto l’astensione. Inaspettatamente, Gianni Chessa di Forza Italia ha votato a favore “convintamente“.
Dura invece l’opposizione. Paolo Truzzu (Fratelli d’Italia) ha definito la legge “una legge manifesto del campo largo nella speranza di blandire una fetta dell’elettorato“. Aggiungendo che “esula dalle competenze del Consiglio regionale e pertanto rischia di essere cassata dalla Corte costituzionale“. Umberto Ticca, capogruppo dei Riformatori sardi, ha espresso una posizione simile: “Crediamo che su un tema così importante sarebbe stato necessario aspettare l’intervento del legislatore nazionale“.