Chico Forti ha chiesto la liberazione condizionale. Il Tribunale di sorveglianza si pronuncerà tra oggi e domani.
Dopo aver trascorso oltre 25 anni in un carcere della Florida, Enrico “Chico Forti” è stato trasferito in Italia nel maggio 2024, ed è attualmente detenuto nel carcere di Montorio, vicino Verona. La sua storia giudiziaria è lunga e controversa: condannato all’ergastolo per l’omicidio di Dale Pike nel 2000, ha sempre sostenuto la propria innocenza.

La lunga detenzione e il ritorno in Italia
Il ritorno in patria, inizialmente accolto con clamore mediatico, è stato seguito da una gestione detentiva ordinaria. Forti ha tenuto un comportamento definito “modello” dagli agenti penitenziari, ha partecipato a corsi, frequentato la biblioteca e ha usufruito di permessi per visitare l’anziana madre a Trento.
La richiesta di liberazione condizionale
Come riportato da ansa.it, il 17 settembre 2025, Forti e i suoi legali hanno ufficialmente presentato una richiesta di liberazione condizionale. La normativa italiana prevede questa possibilità ai sensi dell’articolo 176 del Codice Penale, quando siano stati scontati almeno 26 anni in caso di ergastolo, e il detenuto abbia mostrato ravvedimento sicuro e buona condotta.
Secondo quanto riportato dal quotidiano L’Arena, i legali sostengono che Forti abbia già scontato, rispetto agli standard italiani, oltre 5 anni in più del dovuto. Inoltre, non ci sarebbero ostacoli procedurali: la condotta è stata esemplare sia negli Stati Uniti che in Italia, e le attività intraprese in carcere rafforzano la richiesta.
La decisione finale spetta al Tribunale di sorveglianza, che si pronuncerà oggi o domani. In caso di esito favorevole, Forti potrebbe lasciare il carcere e tornare libero sotto sorveglianza. In caso contrario, continuerà a scontare la pena, pur avendo la possibilità di ripresentare l’istanza in futuro.
La vicenda continua a suscitare attenzione pubblica e dibattito, ma ora tutto è nelle mani dei giudici.