L’IDF intensifica l’assedio su Gaza City: oltre 60 morti in 24 ore. Il premier Starmer pronto a riconoscere lo Stato palestinese.
Mentre in Italia si è svolto il primo sciopero indetto dalla Cgil, nella Striscia di Gaza prosegue senza tregua l’offensiva israeliana. Le operazioni militari dell’IDF su Gaza City continuano ad aumentare d’intensità, come riportato da Sky News, con 60 morti in 24 ore. In parallelo, a livello internazionale si muove anche la diplomazia. Il premier britannico Keir Starmer si prepara ad annunciare il riconoscimento ufficiale dello Stato palestinese da parte del Regno Unito.
Gaza City sotto assedio: 60 morti e oltre 200 feriti in 24 ore
Secondo quanto riferito dall’emittente Al Jazeera e riportato da diverse fonti, l’aviazione israeliana ha colpito un edificio residenziale a Gaza City, provocando la morte di almeno quattro civili. L’attacco si inserisce in una più ampia offensiva dell’IDF che continua con “pesanti bombardamenti“, come riportato nel bollettino delle ultime ore.
Il Ministero della Salute palestinese ha comunicato che nella sola giornata di ieri il numero di vittime ha superato i 60 morti, con oltre 200 feriti. Le operazioni militari hanno colpito non solo Gaza City ma anche le aree circostanti, aggravando una situazione già estremamente critica.
L’IDF stima che più della metà della popolazione residente – oltre 500.000 persone su circa un milione – abbia già lasciato la città. Tuttavia, molti civili si trovano ancora all’interno di zone densamente popolate e colpite dai raid aerei, in condizioni di emergenza umanitaria.
Il Regno Unito verso il riconoscimento della Palestina
Secondo quanto riferito dalla BBC, aggiunge Sky News, il primo ministro britannico Keir Starmer dovrebbe annunciare oggi pomeriggio il riconoscimento ufficiale di uno Stato palestinese da parte del Regno Unito.
La decisione era stata anticipata dallo stesso Premier a luglio. Il leader dell’UK dichiarò che Londra avrebbe intrapreso questo passo a settembre. Questo “a meno che Israele non avesse soddisfatto alcune condizioni, tra cui l’accettazione di un cessate il fuoco a Gaza“.
