Come funziona la rivalutazione delle pensioni nel 2025: percentuali aggiornate, fasce coinvolte, importi previsti e benefici.
La rivalutazione delle pensioni 2025 rappresenta uno degli interventi più attesi dai pensionati italiani, in un contesto economico ancora segnato dagli effetti dell’inflazione. Questo meccanismo, conosciuto anche come “perequazione automatica”, ha l’obiettivo di adeguare gli importi pensionistici al costo della vita, mantenendo stabile il potere d’acquisto di milioni di cittadini in età avanzata.
L’indice provvisorio di rivalutazione definito dal decreto del Ministero dell’Economia, firmato il 15 novembre 2024, fissa un tasso dello 0,8% da applicare agli assegni nel 2025. Tuttavia, non si tratta di un adeguamento uniforme. Come già accaduto negli ultimi anni, il sistema adottato è quello “a scaglioni”, che prevede percentuali diverse a seconda dell’importo della pensione. L’obiettivo è chiaro: tutelare maggiormente le pensioni più basse, garantendo aumenti pieni solo a chi percepisce trattamenti minimi o medio-bassi.

Rivalutazione a scaglioni: chi ottiene l’aumento pieno
Nel 2025 le pensioni fino a quattro volte il trattamento minimo INPS, ovvero quelle inferiori a circa 2.394,44 euro lordi mensili, beneficeranno dell’intero 0,8% di rivalutazione. Si tratta della fascia che comprende la maggior parte dei pensionati italiani, per i quali l’incremento sarà visibile sin dai primi mesi dell’anno. Per le pensioni che superano questa soglia, invece, la percentuale applicata diminuisce progressivamente: chi percepisce un assegno tra quattro e cinque volte il minimo riceverà il 90% dello 0,8%, mentre per chi va oltre le cinque volte il minimo l’adeguamento sarà pari al 75% del tasso.
Questa modalità di calcolo implica che, ad esempio, una pensione di 2.500 euro lordi mensili non riceverà un incremento uniforme sul totale. L’aumento sarà applicato per intero sulla prima parte dell’importo, mentre la quota eccedente verrà rivalutata con percentuali ridotte. In termini pratici, il beneficio reale diminuisce con l’aumentare del reddito, riflettendo una scelta politica precisa: favorire i redditi più bassi e mantenere l’equilibrio finanziario del sistema.
Pensione minima 2025: aumenta anche grazie alla maggiorazione straordinaria
Particolare attenzione è stata riservata ai pensionati con trattamenti minimi. Oltre alla rivalutazione ordinaria dello 0,8%, lo Stato ha previsto una maggiorazione straordinaria del 2,2%, destinata esclusivamente alle pensioni inferiori al minimo. Questo intervento, già previsto nella Legge di Bilancio, porterà l’importo della pensione minima da 598,61 euro a circa 616,57 euro mensili. Nonostante l’aumento appaia contenuto in termini assoluti, per chi vive con pensioni così basse rappresenta un sostegno concreto per affrontare l’aumento dei prezzi, soprattutto per beni di prima necessità ed energia.
Nel complesso, la rivalutazione pensioni 2025 si configura come un intervento tecnico ma di grande impatto sociale. A fronte di un’inflazione più contenuta rispetto al biennio precedente, il governo ha confermato un sistema che premia la progressività e rafforza la protezione delle fasce più deboli della popolazione.