Cantù, orrore in una residenza sanitaria: arrestato un operatore accusato di abusi sessuali su tre donne disabili.
Non si tratta dell’uomo che uccide la madre di due figli e poi nasconde il corpo sotto casa, ma di un altro orrore, consumatosi a Cantù, in provincia di Como, dove un operatore sanitario di 38 anni è stato arrestato con l’accusa di aver abusato sessualmente di tre donne disabili, tutte ospiti della residenza in cui lavorava. Le accuse parlano di atti gravissimi.

Orrore in una residenza per disabili: abusate tre donne disabili
L’uomo, di origine rumena, avrebbe molestato e abusato di tre donne disabili di 48, 29 e 20 anni. Secondo quanto ricostruito e riportato da Today, l’operatore avrebbe costretto le vittime a guardare filmati pornografici contro la loro volontà e a subire scene di autoerotismo da parte sua.
Gli episodi di violenza sarebbero avvenuti a qualsiasi ora del giorno e della notte, in stanze isolate della residenza sanitaria. In almeno un caso, il 38enne avrebbe anche stuprato una delle donne. Le testimonianze raccolte indicano un contesto di abusi sistematici e di grave violazione della dignità delle vittime.
Le denunce e l’arresto del presunto aggressore
Nonostante la condizione di estrema fragilità, aggiunge Today, le tre donne hanno trovato il coraggio di raccontare quanto subito. Si sono confidate con una delle responsabili della struttura, che ha deciso di accompagnarle personalmente dai carabinieri di Cantù per sporgere denuncia.
Le autorità, dopo aver ascoltato le vittime e valutato la fondatezza delle accuse, hanno aperto un fascicolo di indagine. Su richiesta della Procura, è stata quindi disposta una misura cautelare nei confronti dell’uomo, che è stato arrestato.
I dati diffusi dalla direzione centrale della polizia criminale nel novembre 2024, come riportato da Osservatoriodiritti.it, delineano una realtà allarmante e spesso sottovalutata. La violenza sulle donne con disabilità è un fenomeno grave e persistente. In un solo anno sono stati registrati 540 reati, un numero che conferma quanto queste donne siano esposte a rischi elevati e spesso invisibili.