Tutto sul bonus eccellenza per i dipendenti pubblici: criteri, funzionamento e novità introdotte dalla riforma delle carriere nella PA.
Il bonus eccellenza rappresenta una delle principali innovazioni introdotte dalla recente riforma delle carriere nella Pubblica Amministrazione, con l’obiettivo di superare il vecchio sistema degli scatti automatici e promuovere un modello realmente basato sul merito. La sua introduzione si inserisce in un percorso più ampio di riorganizzazione del lavoro pubblico, che punta a premiare le performance individuali e a incentivare la cultura della responsabilità e del risultato.
L’idea di fondo è semplice ma rivoluzionaria: riconoscere economicamente i dipendenti che, in base a valutazioni oggettive e trasparenti, si distinguono per impegno, competenze e risultati conseguiti. Questo approccio è stato formalizzato già nel 2009, con l’articolo 21 del decreto legislativo n. 150, che ha previsto la possibilità di attribuire un riconoscimento economico alle cosiddette “performance eccellenti”. Tuttavia, è solo con la riforma più recente che il meccanismo è stato potenziato, con criteri più stringenti e una maggiore selettività nella distribuzione del premio.

Cos’è il bonus eccellenza per i dipendenti pubblici
Il bonus eccellenza è un premio annuale, erogato in busta paga come retribuzione accessoria, che viene riconosciuto solo a una ristretta percentuale di dipendenti. In ogni ufficio dirigenziale generale, infatti, non più del 30% del personale può ottenere una valutazione apicale. Tra questi, solo il 20% ha accesso al riconoscimento di “eccellenza”, e quindi al relativo bonus. Questo meccanismo selettivo garantisce che il premio non venga distribuito in modo generico, ma sia riservato solo a chi realmente eccelle nel proprio ruolo.
A livello normativo, i Contratti Collettivi Nazionali stabiliscono le regole generali, come i limiti di spesa e i criteri di base per l’erogazione dei premi. Tuttavia, è la contrattazione integrativa – cioè quella condotta a livello di singola amministrazione – a definire nel dettaglio come vengono distribuiti i fondi disponibili. Ogni ente, infatti, ha margini di autonomia nella gestione delle risorse destinate alla premialità, pur nel rispetto dei vincoli stabiliti a livello nazionale.
Come si ottiene e quanto vale il bonus
Per ottenere il bonus eccellenza, il dipendente deve prima superare la valutazione della performance prevista dalla propria amministrazione. Solo chi raggiunge una valutazione tra le più alte rientra nel 30% dei migliori. Da questo gruppo ristretto, viene selezionato il 20% che si distingue ulteriormente e ottiene lo status di “eccellenza”. È solo a questi ultimi che spetta il bonus, la cui entità varia in base al fondo disponibile, al numero di premiati e alle scelte effettuate dalla contrattazione integrativa.
L’importo del premio, infatti, non è fisso ma proporzionale alla performance raggiunta e alle disponibilità economiche dell’ente. Può quindi variare di anno in anno e da amministrazione ad amministrazione. La logica è premiare chi davvero fa la differenza, rendendo il riconoscimento non solo simbolico ma anche economicamente rilevante. È un passaggio importante verso una pubblica amministrazione più giusta, trasparente ed efficiente.