Omicidio a Spoleto: svolta nel caso dell’aiuto cuoco fatto a pezzi. La confessione dell’ex collega dopo oltre 30 ore di fermo.
Mentre a Garlasco il clima è sempre più caldo, a Spoleto arriva la svolta nell’indagine aiuto cuoco fatto a pezzi e trovato smembrato nei pressi della stazione. Un ex collega, come riportato da Today, ha confessato l’omicidio durante un interrogatorio in carcere. Una confessione dettagliata e agghiacciante, che ha permesso agli inquirenti di fare luce su questo orribile delitto.

Aiuto cuoco fatto a pezzi: le prove che hanno portato alla svolta
Fin dai primi giorni le indagini si erano concentrate sull’ex collega Dmytro Shuryn, spiega Today, anche grazie alle testimonianze degli amici della vittima, che avevano parlato di un appuntamento fissato proprio con lui. Alcuni lo avevano descritto come un uomo indebitato e con problemi legati al gioco.
Le immagini delle telecamere di sorveglianza sono state decisive: hanno ripreso il giovane entrare nella casa dell’ex collega Bala Sagor la mattina del delitto, e successivamente lo stesso sospettato mentre si spostava in bicicletta, probabilmente per disfarsi del corpo.
La confessione in carcere e il movente dell’omicidio
Il sospettato Dmytro Shuryn, cittadino ucraino di 33 anni, ha ammesso le proprie responsabilità dopo oltre 30 ore di fermo. Davanti al giudice e al procuratore ha raccontato che l’ex collega Bala Sagor si era presentato da lui per reclamare dei soldi prestati. “Voleva indietro i soldi che mi aveva prestato, abbiamo litigato e l’ho colpito con una coltellata“, ha dichiarato.
L’omicidio è avvenuto nella mattinata del 18 settembre. Dopo il delitto, l’uomo ha agito da solo, smembrando il corpo della vittima e liberandosene nei giorni successivi. Ha fornito indicazioni precise su dove trovare le parti mancanti e sui coltelli utilizzati per sezionare il cadavere.
Con la confessione, l’indagine sembra avviata verso la conclusione. Gli investigatori dovranno ora effettuare ulteriori accertamenti per verificare la versione fornita, ma per la procura non ci sono più dubbi su chi sia il responsabile.