Sebastiano Visintin, marito di Liliana Resinovich, confessa in diretta a Ore 14 Sera di non avere più contatti con il figlio da due anni.
Negli ultimi sviluppi del caso Liliana Resinovich, una nuova, dolorosa testimonianza ha toccato il cuore del pubblico. Come riportato da virgilio.it, durante la puntata di Ore 14 Sera andata in onda il 25 settembre, Sebastiano Visintin, marito della donna trovata morta il 5 gennaio 2022, ha aperto uno spiraglio sul suo dramma familiare.

Il silenzio del figlio e il dolore del padre
Parlando con Milo Infante, Visintin ha rivelato: «Mio figlio non lo vedo da due anni, telefono e non risponde. Lui è stato messo dentro questa storia da alcune persone e si è chiuso». Le sue parole hanno mostrato la frattura profonda che si è creata nel rapporto padre-figlio, probabilmente conseguenza diretta dell’esposizione mediatica e giudiziaria seguita alla morte di Liliana.
«Ho parlato più volte con la compagna e mi dice che non vuole parlare con nessuno. Mi manca molto, vorrei averlo al mio fianco» – ha aggiunto, visibilmente scosso. Il dolore per l’allontanamento familiare sembra superare, per Visintin, persino il peso delle accuse penali.
Il marito della donna ha anche dichiarato: «Questo avviso di garanzia è stato per me uno choc molto forte. Essere accusato di essere l’assassino della moglie è dirompente, perché dentro sono sereno e non ho niente a che fare con quello che è successo a Liliana».
Lo scontro con Claudio Sterpin e le accuse in diretta
Nel corso della trasmissione, la tensione è salita quando è intervenuto Claudio Sterpin, definendosi “l’amico speciale” di Liliana. Senza mezzi termini, ha accusato Visintin: «È sicuramente il mandante» dell’omicidio. Una frase che ha acceso immediatamente lo scontro in diretta.
La risposta di Visintin non si è fatta attendere: «Manca di rispetto a Liliana e a me. Per me la loro era una vecchia amicizia, lei poteva essergli affezionata, ma lui si era fatto delle idee sue».
Infine, in un momento di profonda intimità emotiva, ha confessato di non riuscire a separarsi dagli oggetti della moglie: «I vestiti, i guanti, le calze, è tutto lì. Non ho toccato nulla, non ho il coraggio di buttare via niente. Appena apro l’armadio mi comincia a battere il cuore, me la sento lì».
Le parole di Visintin restituiscono un’immagine umana e straziata di un uomo che, oltre a dover affrontare la giustizia e l’opinione pubblica, si trova anche a fare i conti con la perdita più grande: quella degli affetti. «Mi manca molto, avrei tanto bisogno di lui in questo momento. Quando questa storia finirà, spero che ci ritroveremo».