In un’intervista alla CNN Trump afferma che Netanyahu ha acconsentito a fermare i bombardamenti a Gaza se Hamas cederà il potere.
Nel pieno di una delle crisi più gravi del Medio Oriente, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha affermato in un’intervista alla CNN che “Netanyahu è d’accordo” a interrompere i bombardamenti su Gaza, se Hamas accetterà di cedere il controllo della Striscia.
Trump ha avvertito che “Hamas subirà una ‘distruzione completa’ se si rifiuterà di cedere il potere e il controllo di Gaza”. La dichiarazione è arrivata dopo l’assenso condizionato del gruppo palestinese al piano di pace promosso dagli Stati Uniti. Tuttavia, la conversazione tra Trump e Netanyahu è stata tutt’altro che distesa. Come riportato da Axios, durante una telefonata tra i due leader, “Bibi ha detto a Trump che non c’era nulla da festeggiare e che non significava niente”. Trump, contrariato, avrebbe risposto: “Non capisco perché sei sempre così fottutamente negativo. Questa è una vittoria. Accettala”.

Il piano USA in 20 punti e le riserve di Hamas
Il piano statunitense, articolato in 20 punti, mira a un cessate il fuoco immediato, al disarmo di Hamas, alla liberazione degli ostaggi e alla transizione della governance di Gaza. Come riportato da ansa.it, intervistato dalla CNN, Trump ha difeso la proposta anche di fronte ai dubbi sollevati dal senatore repubblicano Lindsey Graham, secondo cui Hamas avrebbe respinto il piano, insistendo su “nessuno smantellamento, mantenere Gaza sotto controllo palestinese e collegare il rilascio degli ostaggi a negoziati”.
Alla domanda se Graham avesse torto, Trump ha replicato: “Lo scopriremo. Solo il tempo lo dirà!!!”, lasciando intendere che il vero banco di prova sarà il comportamento concreto di Hamas nei prossimi giorni.
I negoziati in Egitto e la situazione sul terreno
Intanto, Israele ha annunciato che “la sua squadra di negoziatori partirà per l’Egitto nel corso della giornata per colloqui indiretti con Hamas, il cui inizio è previsto per lunedì”. La portavoce del governo israeliano Shosh Badrosian ha descritto le discussioni come “di natura tecnica”.
Alla guida della delegazione di Hamas ci sarà Khalil al-Hayya, figura di spicco della fazione armata, come riportato da Asharq e confermato dal Times of Israel. L’obiettivo immediato è stabilire le condizioni per il rilascio degli ostaggi con il supporto della Croce Rossa, come già avvenuto in precedenti scambi.
Nel frattempo, sul terreno la situazione resta critica. Secondo l’IDF, “Gaza City si è quasi completamente svuotata dei palestinesi”, con circa 900.000 persone evacuate verso il sud della Striscia. Al contempo, “un attacco israeliano contro richiedenti aiuti umanitari nel sud di Gaza ha causato stamattina quattro vittime”, secondo quanto riportato da al-Jazeera. In un altro episodio, “è stato recuperato il corpo di un bambino ucciso in un attacco aereo israeliano su un’abitazione a Tuffah, a est di Gaza City”.
Infine, anche l’Italia è coinvolta indirettamente nel dibattito. L’ambasciatore israeliano Jonathan Peled ha dichiarato su X: “Il massacro del 7 ottobre è stato un atto di brutale terrorismo. Chi è sceso in piazza a giustificarlo dimostra di non voler la pace, ma di sostenere Hamas”.