Un uomo, 68 anni, condannato a 25 anni a vita per aver ucciso la moglie Quitiza Holmes. Aveva già ucciso l’ex della moglie.
La violenza domestica si conferma un dramma che, quando non intercettato in tempo, può trasformarsi in tragedia per colpa di un uomo. Negli Stati Uniti, Kenneth Robson, 68 anni, è stato recentemente condannato a 25 anni a vita per aver ucciso la propria moglie, Quitiza Holmes, colpendola ripetutamente con un martello. Il caso ha suscitato forte indignazione pubblica poiché Robson era già stato condannato per l’omicidio della sua ex moglie nel 1984.
Il drammatico episodio è avvenuto il 30 aprile 2024 a Springfield, nel Massachusetts. Robson ha chiamato il 911 confessando di aver aggredito sua moglie e affermando che “potrebbe essere morta”. All’arrivo della polizia, si è consegnato volontariamente. Gli agenti hanno trovato Holmes a terra in una pozza di sangue, con gravi ferite alla testa e segni di difesa, accanto a un martello insanguinato.

La ricostruzione dell’aggressione
Dopo l’arresto, Robson ha riferito agli agenti di aver assunto droghe che, a suo dire, “non erano ciò che si aspettava”. Le indagini hanno rivelato che la donna era stata colpita con estrema violenza. Trasportata d’urgenza in ospedale, Quitiza Holmes è morta il 16 maggio 2024, a seguito delle ferite riportate.
Il crimine ha scosso la comunità locale, non solo per la sua brutalità, ma per il fatto che Robson fosse già un condannato per omicidio. Nel 1984 era stato giudicato colpevole di aver ucciso la sua precedente moglie, Joan Cusson. I familiari di Cusson hanno seguito ogni udienza del nuovo processo, esprimendo rabbia per la possibilità che l’uomo abbia potuto reiterare un crimine tanto grave.
Condanna definitiva e reazioni pubbliche
Il 30 settembre 2025, Robson si è dichiarato colpevole di omicidio di secondo grado. Il giudice lo ha condannato a 25 anni a vita. Il procuratore distrettuale Anthony Gulluni ha definito l’atto “brutale e insensato”, ricordando che Holmes avrebbe meritato di vivere protetta dalla giustizia.
Il caso Robson sottolinea le gravi falle nel sistema giudiziario e la necessità di una maggiore tutela delle vittime di violenza domestica, specialmente quando gli aggressori hanno precedenti per reati simili.