Le città più maleducate d’Italia: ecco quali sono
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Le città più maleducate d’Italia: ecco quali sono

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Quali sono le città italiane più maleducate secondo l’indagine di Preply. Venezia, Catania e Parma ai primi posti per scortesia urbana.

In un mondo dove tutto è misurabile, anche la maleducazione urbana è finita sotto la lente d’ingrandimento. Le classifiche non riguardano più solo il costo della vita o la qualità dell’aria, ma anche il livello di cortesia tra cittadini. A sorprendere (ma non troppo) è l’indagine condotta dalla piattaforma linguistica Preply, come riportato da esquire.com, che ha stilato una classifica delle città italiane percepite come più scortesi, basandosi sulle risposte di oltre 1.500 residenti.

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Anche la scortesia può essere analizzata e classificata

La ricerca ha analizzato 12 comportamenti comuni, tra cui il saltare la fila, l’uso eccessivo dello smartphone in pubblico, la mancanza di rispetto nel traffico e l’indifferenza verso gli altri. L’obiettivo? Capire dove gli italiani si sentono più “maltrattati” nella vita di tutti i giorni.

Le città italiane più maleducate? Ecco la sorpresa

Il podio della scortesia urbana è dominato da tre città: Venezia, Catania e Parma. Venezia si piazza al primo posto con un punteggio medio di 6,55 su 10, seguita a brevissima distanza da Catania (6,52) e Parma (6,51). Tutte ben al di sopra della media nazionale, fissata a 6,10.

A sorprendere non è tanto la presenza di città caotiche o densamente popolate, quanto quella di centri storicamente tranquilli e culturalmente ricchi. Venezia, ad esempio, paga probabilmente il prezzo del sovraffollamento turistico, mentre Parma è stata indicata per l’eccessiva freddezza e mancanza di disponibilità verso il prossimo.

Il sondaggio rivela anche un aspetto interessante: in alcune città come Milano, Modena e Firenze, sono gli stessi visitatori a essere percepiti come maleducati dagli abitanti. Questo suggerisce che la scortesia non è solo locale, ma riguarda anche l’interazione tra residenti e turisti.

È fondamentale ricordare che si tratta di una rilevazione soggettiva, basata su percezioni e non su dati assoluti. Tuttavia, l’indagine di Preply offre uno spunto concreto per riflettere su come i piccoli gesti quotidiani possano influenzare la qualità della vita in una città. In fondo, anche l’educazione urbana è un indicatore del nostro benessere collettivo.

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ultimo aggiornamento: 22 Dicembre 2025 9:48

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