Come la zanzara Culex pipiens è diventata un vettore urbano del virus del West Nile e cosa rivela uno studio internazionale.
Nel 2025 l’Italia ha registrato un preoccupante aumento di casi di virus del West Nile trasmessi all’uomo da zanzare. Tra i vettori principali, la protagonista è stata la zanzara Culex pipiens, responsabile di oltre 700 infezioni, di cui metà nella forma neuroinvasiva, la più grave, che ha portato al decesso di 69 persone. Questa situazione ha riacceso l’attenzione scientifica su un fenomeno già noto ma ancora poco compreso: come mai questa zanzara, un tempo legata quasi esclusivamente agli uccelli, è diventata così efficace nel trasmettere il virus all’essere umano?

Il ruolo delle forme pipiens e molestus nella trasmissione
Nel nostro Paese la Culex pipiens è presente in due forme distinte. La forma pipiens, attiva principalmente su uccelli, è tipica degli ambienti rurali e periferici. Al contrario, la forma molestus si è adattata a vivere negli ambienti urbani sotterranei, come cantine e metropolitane, dove predilige l’uomo come ospite. Questa doppia presenza crea un ponte ecologico per la trasmissione del virus: una zanzara può infettarsi pungendo un uccello e successivamente trasmettere il virus a un essere umano. Questo meccanismo viene amplificato nei contesti urbani, dove la coesistenza e l’ibridazione tra le due forme facilitano il salto di specie del patogeno.
Il comportamento della forma molestus è particolarmente rilevante per la salute pubblica: pungendo l’uomo in orari notturni e in ambienti chiusi, aumenta significativamente il rischio di trasmissione del virus in ambienti urbani densamente popolati.
Le origini evolutive e la svolta scientifica
Per decenni si è pensato che la forma molestus si fosse evoluta dalla forma pipiens soltanto negli ultimi 200 anni, come risposta all’urbanizzazione dell’Europa settentrionale. Era noto il caso della cosiddetta “zanzara della metropolitana di Londra”, esempio spesso citato nei manuali di biologia evolutiva. Tuttavia, un importante studio internazionale guidato dall’Università di Princeton e pubblicato su Science il 23 ottobre 2025, ha profondamente cambiato questa narrazione.
L’analisi del DNA di migliaia di esemplari ha rivelato che la forma molestus si è adattata all’uomo tra 1.000 e 10.000 anni fa, probabilmente in una società agricola dell’Antico Egitto. In quell’ambiente, fortemente antropizzato, la zanzara avrebbe sviluppato precocemente la capacità di vivere a stretto contatto con l’uomo e di trasmettergli patogeni. Questo adattamento si è poi conservato e diffuso, facilitando la colonizzazione degli ambienti urbani moderni.
Come riportato riportato da ilmessaggero.it, secondo Alessandra della Torre, ricercatrice presso il Dipartimento di Sanità Pubblica della Sapienza e coautrice dello studio: “Oltre a rivedere uno dei “casi da manuale” sull’evoluzione e l’adattamento urbano, la ricerca ha anche importanti implicazioni per la salute pubblica” e fornisce nuove informazioni sulla variabilità genetica di questa zanzara che potranno essere utili per comprendere meglio il ruolo della specie nella trasmissione del virus del virus del West Nile dagli uccelli all’uomo. I risultati aprono la strada a ricerche più approfondite sui legami potenziali tra urbanizzazione, ibridazione e trasmissione del virus dagli uccelli all’uomo”.