Non si placa il caso Garante legato a Report e a Sigfrido Ranucci ma non solo. Le accuse ad Arianna Meloni e la rabbia esposta pubblicamente.
Scontro senza esclusione di colpi su più fronti tra Governo, Garante, Report e Sigfrido Ranucci. Tutto nasce da alcuni servizi della trasmissione legati al caso Sangiuliano-Boccia e ad una telefonata resa pubblica che coinvolge anche la moglie dell’ex Ministro della Cultura a seguito della quale è arrivata una sanzione al programma. Non solo. Proprio la multa ha generato tante discussioni con Arianna Meloni che è stata accusata, più o meno direttamente, di aver incontrato il membro dell’authority per la privacy Agostino Ghiglia prima che arrivasse, appunto, la sanzione alla trasmissione.

La rabbia di Arianna Meloni
A ricostruire la situazione legata a Report, Ranucci, Garante e Governo è stato il Corriere della Sera che ha esposto soprattutto quella che sarebbe stata la reazione di Arianna Meloni, di fatto accusata di aver visto il membro dell’authority per la privacy Agostino Ghiglia prima della sanzione arrivata a Report.
In questo senso, il quotidiano ha palesato la furia della sorella della Premier per essere stata “messa in mezzo” ingiustamente in questa vicenda. Secondo quanto riportato dal Corriere, la responsabile della segreteria di FdI si sentirebbe assediata e coinvolta in qualcosa che è “senza senso, fuori da ogni logica”.
La telefonata e lo sfogo
Il Corriere ha riportato anche alcuni virgolettati della Meloni che nega che la visita di Ghiglia sia collegata alla multa inflitta a Report. “È stato il garante, che è stato nominato dal centrosinistra come il vice presidente, a decidere la sanzione, e ha spiegato chiaramente il perché. Ghiglia ha incontrato Bocchino per altre ragioni, io l’ho appena incrociato e salutato”, ha detto Arianna Meloni.
“La decisione era di fatto già stata presa, indipendentemente da ogni mio parere, che comunque non ho problemi a dire: è inammissibile che una telefonata privata tra marito e moglie che nulla ha di rilevante dal punto di vista penale possa essere resa pubblica, tanto più da una tv che dovrebbe fare servizio pubblico. È indecente, così si rovinano le vite di persone, di famiglie. È voyeurismo, è essere faziosi, è voler colpire. Io non utilizzerei una telefonata tra coniugi nemmeno contro il mio peggior nemico”, ha concluso spiegando la propria rabbia in merito a quella telefonata pubblica legata al caso Sangiuliano.