Momento chiave per Chiara Ferragni che si è presentata in Tribunale a Milano in occasione della seconda udienza pre-dibattimentale per il caso Pandoro.
Quando si tratta di Chiara Ferragni, si sa, tutto fa notizia. Ancora di più quando si tratta di soldi, come di recente, o dell’ormai noto caso Pandoro che l’ha vista oggi presenziare in Tribunale a Milano in occasione della della seconda udienza pre-dibattimentale del procedimento che la vede imputata per truffa aggravata, dopo i casi del pandoro Balocco Pink Christmas appunto e delle uova di Pasqua in collaborazione con Dolci Preziosi.

Chiara Ferragni in Tribunale
Assistita dai legali Giuseppe Iannaccone e Marcello Bana, Chiara Ferragni, che si è sempre dichiarata estranea alle accuse, è entrata senza rilasciare dichiarazioni in Tribunale a Milano nell’aula della terza sezione penale, davanti al giudice Ilio Mannucci Pacini. Secondo quanto si apprende, al momento è probabile che si possa procedere con il rito abbreviato, con udienze già in calendario per il 25 novembre e il 19 dicembre. La sentenza, invece, è prevista per il prossimo 14 gennaio.
Look e prime parole
La Ferragni è arrivata in Tribunale con un look caratterizzato da un tailleur scuro, camicia bianca sbottonata e sguardo sicuramente determinato a dimostrare le proprie ragioni. Se all’ingresso in Aula non ha rilasciato parole, invece, diverso il discorso all’uscita. Come riportato da diversi organi di stampa tra cui RaiNews, infatti, l’imprenditrice digitale ha affermato: “Grazie per l’attenzione, grazie di essere qua. È una fase sicuramente difficile della mia vita e penso mi capirete se non mi sento di fare ulteriori dichiarazioni, però grazie di essere qua e andiamo avanti”.
Da ricordare come, secondo le accuse, i messaggi promozionali legati ai prodotti dolciari riguardanti la vicenda avrebbero fatto intendere ai consumatori che una parte del ricavato delle vendite sarebbe andata in beneficenza quando in realtà era stata la sola Balocco, tempo prima, a versare una donazione che, però, risultava non collegata al numero effettivo degli acquisti dei pandori.
Tramite questo sistema, stando sempre alle accuse, la Ferragni avrebbe ottenuto un “ingiusto profitto” oltre che trarre un vantaggio dal ritorno di immagine derivato dall’utilizzo non corretto di tale beneficenza.