Alla questione migranti in Italia, l’Unione Europea risponderà presente fornendo degli aiuti. Tutto ciò però, ad una condizione.
Il recente comizio di Salvini in Puglia ha posto ancora di più l’accento sulla questione migranti in Italia. A distanza di pochi giorni dalle dichiarazioni così effervescenti del Ministro, è arrivata la mozione di sostegno da parte dell’Unione Europea al nostro Paese.
L’Italia, così come altri Paesi, verrà aiutata e sostenuta dall’UE. Tuttavia, come riporta Ansa, ciò potrà avvenire ad una sola condizione. La volontà dell’organizzazione europea, è quella di dare supporto ad ogni Stato membro, senza che nessuno debba subire “pressioni sproporzionate”.

Arriva l’aiuto dell’UE all’Italia
La Commissione europea si è pronunciata sul report annuale riguardante la migrazione. Da quanto discusso, è emerso che insieme a Grecia, Cipro e Spagna, anche l’Italia potrà beneficiare del fondo di solidarietà europeo.
Il fondo in questione consiste in ricollocamenti e aiuti economici. In termini numerici, si partirà da un minimo di 30 mila ricollocamenti e circa 600 milioni di contributi. Tutto ciò verrà messo in atto in funzione del prossimo Patto europeo, che prevederà fra le tante voci presenti al suo interno, anche un nuovo sistema di gestione del fenomeno della migrazione.
L’Italia potrà riceverà questo aiuto ad una sola condizione. Essenzialmente, svolgere i compiti a casa. I quali consistono nel rispetto delle normative imposte. Diversamente, i Paesi coinvolti in questa iniziativa di sostegno potrebbero tornare sui loro passi.
Tra queste normative, sottolinea ancora una volta Ansa, c’è la registrazione obbligatoria di ogni migrante arrivato illegalmente sul suolo italiano.
Le parole di Brunner
Magnus Brunner, commissario agli Affari Interni e alla Migrazione, si è espresso in merito alla volontà di aumento dei rimpatri: “Gli arrivi nell’Ue stanno diminuendo (-35% nell’ultimo anno) e devono continuare a farlo: mentre attuiamo il Patto, dobbiamo proseguire senza sosta il nostro lavoro per garantire un aumento dei rimpatri e coinvolgere i Paesi terzi in partenariati che riflettano meglio gli interessi dell’Ue“.