A seguito dei nuovi accertamenti in merito al delitto di Garlasco restano da chiarire ancora alcuni punti: ecco il commento del consulente dei Poggi.
Ci sono novità in merito al delitto di Garlasco e l’omicidio Chiara Poggi. Nelle scorse ore, infatti, a seguito dei nuovi accertamenti, è stato confermato a chi appartengano le impronte sulla porta interna della villetta ma anche quelle della porta esterna. Al netto di questo, il consulente dei Poggi nonché esperto di analisi della scena del crimine, Dario Radaelli, ha sottolineato alcune situazioni ancora non del tutto lineari parlando a Fanpage.

Delitto di Garlasco: il consulente dei Poggi dopo gli accertamenti
Intervenuto ai microfoni di Fanpage, Dario Radaelli, ha spiegato cosa è stato confermato dagli ultimi accertamenti sul delitto di Garlasco. In particolare sulla questione impronte, l’esperto ha detto: “Sul sacchetto dei cereali, con i quali Chiara stava facendo colazione, e sul sacchetto della spazzatura sono emerse solo le impronte della vittima. Secondo il perito, di questi otto frammenti sei sono attribuibili. Di questi sei solo quattro sono stati associati: sono tutte impronte della vittima”.
Radaelli ha aggiunto: “Sulla parte esterna della porta d’ingresso invece è stata trovata l’impronta del sottufficiale dei Carabinieri. Inoltre sono state trovate, nelle stesse posizioni già evidenziate in passato, le impronte del tenente colonnello Marco Pizzamiglio del RIS di Parma e del tenente colonnello Giancarlo Sangiuliano del reparto operativo di Pavia. L’impronta di Marco Poggi invece è stata trovata nella porta interna della villetta che collega il garage con l’interno dell’abitazione”.
Secondo l’esperto “l’unico elemento di novità dell’incidente probatorio è che c’è il DNA del condannato Alberto Stasi sulla cannuccia dell’Estathé. Questo è l’elemento oggettivo”.
L’errore del vialetto e l’impronta non attribuita
Parlando degli accertamenti fatti sulla villetta dei Poggi, Radaelli ha poi espresso un parere personale legato alle zone che sono state analizzate: “Il vialetto di casa Poggi a mio giudizio sarebbe stato già scena del crimine. Avrebbero dovuto esaminarlo in un certo modo. I primi intervenuti invece fecero la cosiddetta area tecnica proprio su quel vialetto. Quindi che sulla parte esterna della porta d’ingresso ci fossero le impronte digitali degli addetti ai lavori dopo l’omicidio non mi sembra una cosa assurda considerato che proprio quel vialetto e quella porta non sono stati considerati scena del crimine. Sbagliando a mio giudizio perché la bicicletta nera tanto importante ai fini della ricostruzione di quella mattina era appoggiata appena fuori del cancelletto”, ha detto il consulente chiarendo meglio la posizione e il perché di tale pensiero.
Mistero anche su un’altra impronta, classifica come la numero 10: “Al momento non è stata attribuita. Non sappiamo il motivo, non sappiamo quali sono le considerazioni che ha fatto il perito in merito all’impronta 10 perché noi non abbiamo ancora visto il suo lavoro”, ha detto Radaelli.