La scomparsa di Emanuela Orlandi e le nuove rivelazioni di suo fratello Pietro. Dalla Casa del Jazz alla morte con una cravatta.
Non solo il recente appunto inedito collegato al caso della scomparsa di Emanuela Orlandi. Adesso, sulla sparizione della ragazza, avvenuta il 22 giugno 1983, ci sarebbero ulteriori piste. Una di queste è stata svelata da suo fratello Pietro, intervenuto in una intervista esclusiva a Verissimo nel salotto di Silvia Toffanin su Canale 5.

Emanuela Orlandi: il fratello Pietro e la Casa del Jazz
Tra i vari passaggi dell’interivista di Pietro Orlandi a Verissimo, ecco quello relativo ai recenti scavi nella Casa del Jazz alla ricerca dei resti del giudice Paolo Adinolfi. Una vicenda che ha visto in parecchi ipotizzare la presenza anche di Emanuela Orlandi sotto l’edificio. “Per quanto mi riguarda ci sono delle coincidenze. La Casa del Jazz è una grande villa che era gestita dal Vicariato di Roma, dal Cardinale Poletti, che poi l’ha venduta a Nicoletti, considerato il cassiere della Banda della Magliana. L’ha venduta a un miliardo di lire, quando il valore si stimava fosse circa 27 miliardi di lire. Ma quello che mi ha fatto pensare è quando ho visto un servizio sulla galleria sotterranea della villa”, ha detto Pietro su Canale 5.
“Strozzata con una cravatta”: il racconto
Il fratello di Emanuela Orlandi ha quindi aggiunto un dettaglio non di poco conto che sa di novità: “Qualche anno fa ho incontrato una persona legata alla ‘Ndrangheta, che mi disse che Enrico De Pedis gli aveva raccontato di aver ucciso Emanuela, di averla soffocata il giorno stesso con una cravatta. Era un favore che gli avevano chiesto”, ha svelato Pietro. “Quella persona disse anche che De Pedis gli aveva mostrato anche il muro dietro al quale ci sarebbero stati i resti di Emanuela. Quella persona parlava proprio di una sorta di cunicolo“, ha detto l’uomo a Verissimo.
Il presunto coinvolgimento dello zio
Nel corso dell’intervista, Pietro Orlandi ha, invece, escluso categoricamente l’altra pista di cui si è parlato di recente e che vedrebbe in qualche modo coinvolo lo zio nella sparizione della sorella: “È stato fatto un servizio solo per infangare la nostra famiglia. Mio zio, che non c’è più, non ha nessun ruolo nel caso di mia sorella Emanuela”.