Una nuova vicenda controversa ha visto Maria Rosaria Boccia protagonista in queste ore. L’ex lady del caso Sangiuliano ha deciso di fare il punto.
Dopo la debacle alle regionali in Campania, Maria Rosaria Boccia è tornata protagonista di una nuova vicenda decisamente controversa che l’ha fatta reagire parlando apertamente di “scandalo“. La donna, coinvolta in passato nell’affair Sangiuliano, sarebbe in procinto di ricevere una diffida. Ecco cosa sarebbe accaduto.

Maria Rosaria Boccia e il logo usato sui social
Sembra poterci essere di nuovo aria di tempesta ai danni di Maria Rosaria Boccia e, questa volta, non per l’ormai noto caso legato a Sangiuliano. Stando a quanto appreso dall’Adnkronos, infatti, per l’imprenditrice campana sarebbe in arrivo una diffida dagli uffici della Camera dei Deputati. La ragione? Pare che la Boccia, sui suoi profili social, abbia pubblicato diversi contenuti dove risulta essere ben visibile il logo della Camera dei Deputati. Dalla ricostruzione del media, la Boccia lo utilizzerebbe anche per presentare iniziative, card motivazionali e molti altri messaggi rivolti ai seguaci. A quanto pare, tutto questo non è passato inosservato e sarebbe pronta una diffida formale all’utilizzo del logo di Montecitorio.
La lettera furiosa e lo “scandalo”
La notizia anticipata da Adnkronos ha portato la diretta interessata a rispondere inviando una lettera a Dagospia e successivamente a pubblicarla anche sui suoi profili social. “[…] Senza entrare nel merito della liceità dell’utilizzo del logo, in quanto le immagini risalgono e sono riferite ad attività realmente da me sostenute nel recente passato, il dato che fa riflettere e che è inaccettabile, è come ancora una volta una testata giornalistica (nel caso di specie ADNKRONOS) sia in possesso di informazioni simili prim’ancora che la diretta interessata venga raggiunta da qualsivoglia atto o documento che dovrebbe, per propria natura, essere strettamente riservato”, ha detto la Boccia.
“A quanto pare lo scandalo legato al Garante della Privacy nulla ha insegnato in tal senso e vi è ancora qualcuno convinto di poter deliberatamente disporre della riservatezza e della privacy di una cittadina, seppur ritenuta nota, e già vittima, dalla vicenda Sangiuliano in poi, di un accanimento mediatico senza precedenti”, ha proseguito nella sua missiva mandata a Dagospia la donna.