Il caso della famiglia nel bosco è ormai diventato di livello nazionale: la lettera dei genitori dei bambini con la loro verità.
Il caso della famiglia che vive nel bosco a Chieti è ormai sulla bocca di tutti. Catherine e Nathan hanno scelto di condurre una vita a contatto con la natura con i loro 3 figli, due gemelli di 6 anni e una bambina di 8 anni. La procura, dopo essere venuta a conoscenza della situazione, ha avviato un procedimento culminato nell’allontanamento dei bambini dai genitori trasferiti presso una casa famiglia. La vicenda ha visto il sindaco di Palmoli offrire loro una casa gratis per cercare di far tornare i ragazzini da loro ma la situazione ancora non si è risolta. In questo senso, oltre ad un cambio di avvocati, i due genitori hanno scelto di scrivere una lettera con la loro verità.

Famiglia nel bosco: la lettera dei genitori
Tramite una lunga lettera, i genitori dei bambini allontanati dalla famiglia che vive nel bosco hanno prima di tutto espresso la loro voglia di fare chiarezza sull’intera vicenda ad iniziare dal cambio di avvocato che li segue nel caso legale. “La scelta che ci ha indotti a revocare il mandato all’avvocato Angelucci passa attraverso il bisogno di una comprensione e di un confronto dialettico nonché prettamente giuridico con le Istituzioni con cui abbiamo la necessità imprescindibile di interloquire”.
Dal messaggio dei due, sembra chiara una cosa: al primo posto deve esserci il benessere dei figli. “Ogni nostra scelta, ogni nostro passo compreso il trasferimento in questa straordinaria Terra che ci ha accolti, è stato orientato al benessere psicofisico dei nostri splendidi bambini, che sono stati, sono e saranno il baricentro unico e indiscusso del nostro cammino”.
I problemi di comprensione della lingua
Catherine e Nathan hanno spiegato che “solo due giorni fa, e per la prima volta, siamo stati posti nella condizione di leggere in lingua inglese la ordinanza che è stata emessa e quindi di comprenderla nella sua interezza […]”. La coppia ha aggiunto: “Siamo, oggi, nella piena coscienza di non avere di fronte un antagonista ma una Istituzione che come noi, siamo certi, ha a cuore la salvaguardia e la tutela dei nostri bambini”. I due hanno anche smentito il fatto di aver rifiutato un alloggio fornito gratuitamente.